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sabato 28 settembre 2019

I♥tvserie: Workin' Moms, Riverdale, Black Mirror e Z Nation

Buon sabato lettori! Mantenedo la promessa mi appresto a raccontarvi qualcosa su quattro serie tv. Due delle quali mi hanno entusiasmato mentre altre due sono state mezze delusioni. Ora sono un po' a corto di serie divertenti/comedy, se avete qualche consiglio scrivetemi che necessito di distrazioni più frivole!

Workin'Moms - stagione 1-2
Ho scoperto per caso questa serie che mi veniva proposta su Netflix. Spinta dalla voglia di vedere qualcosa di leggero sono partita a raffica con la prima stagione. Venti minuti a puntata e in corso di visione ho pure tirato dentro mio marito che si è appassionato come me alle disavventure di queste donne straordinarie. La vita di queste mamme che tornano alla vita lavorativa dopo un parto, primo o secondo figlio che sia. Ognuna di loro affronta una tematica del diventare madre. La depressione post parto. Il ricominciare il lavoro che tanto ami, in cui sei una boss e sopratutto che ti dà tante soddisfazioni, il rimanere nuovamente troppo presto incinta, il non essere pronta (e averlo capito troppo tardi) a ricoprire il ruolo di mamma..e così via. Snocciola ogni lato di questa bellissima ma anche molto difficile realtà. Anche dal punto di vista paterno s'intende. La seconda stagione vede infatti l'allargarsi del gruppo a un padre single. E niente bruciata in velocità anche la visione di questa seconda stagione che ci lascia con un cliffhanger che è riuscito a strapparmi lacrime amare.

Riverdale - stagione 1-2
È stata una piacevolissima scoperta fatta a seguito della visione delle avventure di Sabrina. Infatti pare proprio che Greendale (ambientazione di Sabrina) e Riverdale siano cittadine confinanti. Quindi con l'idea che prima o poi ci sarebbe stato un crossover ho deciso di anticipare i tempi e guardarmi le prime due stagioni. Ho scoperto anche che la serie si ispira ai fumetti di Archie e i personaggi sono ben ricalcati. Ad ogni modo, non c'è nulla di soprannaturale per ora. I quattro protagonisti si troveranno a fare i conti con una serie di misteri personali e uno generale per l'intera stagione (alla Pretty Little Liars per intenderci). Se pensavo di annoiarmi mi sbagliavo di grosso, ho macinato puntate su puntate e alla fine ero pure dispiaciuta che la terza stagione non fosse già su Netflix. L'ho adorata. Mi erano mancati quei drammi non poi tanto giovanili quanto le ambientazioni oscure e ricche di suspense (un po' come i vampiri di Mystic Falls). E niente che ci volete fare ogni tanto ho bisogno di qualche serie godereccia che mi fa tornare ragazzina e fangirlare a squarciagola. 

Black Mirror - stagione 5 - Bandersnach
È stata una delusione. Tre episodi sotto tono. Che abbiano investito più sui protagonisti famosi che sulla reale trama? In ogni caso il primo episodio non mi è totalmente dispiaciuto, l'idea del rapitore chiuso in macchina che tenta a tutti i costi di parlare con una multinazionale ha fatto sicuramente breccia in molti spettatori. Il secondo invece, che mette insieme realtà virtuale, fuga dalla vita vera e amore mi ha in parte commosso in parte messo tristezza. Infine l'ultimo episodio è stato sicuramente un flop totale. La bambolina con la coscienza si era già vista in un episodio precedente e la storia in sé non si reggeva gran che in piedi. Vorrei anche fare una menzione al tanto discusso Bandersnatch, il film interattivo di Black Mirror. Finali strampalati a parte, ammetto che mi ha parecchio incuriosito. Il problema però sta nel fatto di non avermi scioccato a sufficienza, come trama intendo. Se torno indietro con i ricordi e ripercorro le prime puntate della serie ho ancora i brividi. Oramai credo che i creatori di questa serie antologica nata come un fenomeno che spiattellava l'orrore della troppa ed esagerata tecnologia abbia detto tutto quello che aveva da dire.

Z Nation - stagione 1-4
Mi sono accorta di non aver mai parlato di Z Nation. Male malissimo perché gli amanti del genere purtroppo l'avranno già vista e invece è mio dovere mettere in guardia chi ancora non si è approcciato a questa terribile trash e scandalosa serie tv che tenta di ricalcare con humor nero il longevo The Walking Dead. La trama è la classica dei film di genere zombie. Il mondo è finito travolto da una malattia che trasforma le persone defunte in zombie gli Zeta. Un gruppo di sopravvissuti tenta di portare l'unico superstite immune ai morsi e alla trasformazione, Murphy verso un centro di ricerca che avrebbe dovuto creare un vaccino per il restante della popolazione vivente. Se non chè in quattro stagioni ne capitano di ogni, persino un neonato zombie. Non nego che in più occasioni ho faticato a proseguirne la visione. Puntate assurde e sconclusionate, personaggi che si ripresentano in varie vesti e assurdi gruppi nemici che fanno sempre la medesima fine. Devo però ahimè ammettere di essermi affezionata al gruppo storico e oramai, arrivata fin qui voglio proprio sapere dove andrà a concludersi questa insensata serie. 

Buona visione!

venerdì 27 settembre 2019

Recensione: Pet Sematary di Stephen King

Buongiorno lettori! Questa settimana ho riscontrato problemi di auto cancellazioni e quindi ho dovuto ritrovare l'ispirazione per riscrivere da zero la recensione di oggi. Inutile dire che ora salvo ogni riga che scrivo. O uso evernote come un amico saggio mi ha suggerito. Tornando a noi oggi si parla di cimiteri, animali e follia o forse magia nera...

Pet Sematary
Stephen King

Hilia Brinis
Sperling & Kupfer
432

13,99 ebook
10,99 pickwick
19,90 cartonato
1983-2019
#incipit

Il dottor Louis Creed ha appena accettato l'incarico di direttore sanitario dell'Università del Maine, e con un certo entusiasmo: posizione di prestigio, magnifica villa di campagna dove Eileen e Gage, i suoi bambini, possono crescere tranquilli, vicini gentili e generosi in una cittadina idilliaca lontana dal caos metropolitano. Persino Winston Churchill, detto Church, il loro pigro e inseparabile gattone, sembra subito godere dei vantaggi della nuova situazione. Ben presto, però, la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti: piccoli incidenti inspiegabili che coinvolgono i bambini, pericolosi e giganteschi camion che sfrecciano sulla superstrada proprio sotto casa Creed, incontri diabolicamente sorprendenti e, soprattutto, sogni. Sogni oscuri e terribilmente realistici che perseguitano Louis da quando ha visitato il Pet Sematary, il cimitero dove i ragazzi di Ludlow seppelliscono da sempre i loro animali domestici. Ufficialmente. Perché oltre quella radura, nascosto tra gli alberi, c'è un altro terreno di sepoltura, ben più terrificante. Un luogo carico di presagi e di richiami, spaventosi quanto irresistibili, provenienti da un altro mondo. Un luogo dove al dottor Creed toccherà una scoperta raggelante: a volte è meglio essere morti...

King ha scritto moltissimi romanzi conosciuti e non, vi invito a visitare la pagina di goodreads per poter accedere all'intera collezione. Per quanto mi riguarda ho letto: Colorado Kid (da cui è stata ispirata la serie tv Haven), Mucchio d'ossa, Il gioco di Gerald (film 2018), Misery (film 1990), Tutto è fatidico: 14 storie nere (contiene il racconto 1408 film 2007), IT (film 1990 e 2017), e Ossessione (introvabile) e Pet Sematary (film 2019). Mi piacerebbe leggere in tempi brevi Shining (film 1980) e Doctor Sleep, Carrie (1947 e 2013), Il miglio verde (film 1999), Cell (film 2016) e tutte le raccolte di racconti. Poi vedremo... ;)

Con King mi ritrovo sempre ad avere un rapporto di amore e odio. In particolare non sono fan delle sue prolisse descrizioni A VOLTE INUTILI e spesso i suoi finali mi lasciano un po' basita. Ho letto alcuni dei suoi romanzi senza un ordine specifico e ho affrontato il pericoloso IT in tutte le sue 1200 pagine. Ora era venuto il turno de Il cimitero degli animali da cui è stato tratto un orrido film sbagliato sotto ogni punto di vista. Dalla trama si evince che la storia per nulla originale racconta di una famiglia, i Creed, che si trasferiscono a Ludlow perché Louis, il capofamiglia, viene assunto come direttore sanitario all'università. Un incidente che capita a un ragazzo del campus porterà Louis e noi lettori a vivere con una certa inquietudine l'intero romanzo. Un romanzo in cui, capitoli finali a parte, NON SUCCEDE NULLA. Mi rendo conto che sembra che questa recensione sia disarmonica con il punteggio assegnato in alto, ma lasciate che vi spieghi cosa intendo. Non succede nulla d'accordo, è tutto abbastanza lineare ma ad ogni pagina si accresce l'ansia che debba accadere qualcosa. Un'agitazione pressante che diventa quasi insopportabile oltre la metà e che prosegue anche nel finale. Mi ha tenuto sulle spine, mi ha obbligato ad andare avanti divorando ogni riga per raggiungere il culmine che sembrava non arrivare mai. È qui che sta l'estro del maestro. In una semplice storia, dal prevedibile finale e dallo svolgimento senza colpi di scena ci ritroviamo posseduti da una trepidante inquietudine. Apprensione che mi ritrovo ad avere ancora adesso. L'intero libro è incentrato sul concetto di morte e di come l'essere umano reagisca in modi differenti e di come anche quello più razionale davanti a qualcosa di terribile e inspiegabile possa perdere il senno arrivando alla follia pura. Questo ha contribuito senza dubbio a creare quell'angoscia condivisa dal lettore e dalla famiglia Creed. Segnalo una curiosità che mi ha fatto sorridere. All'inzio del romanzo, quando King ci spiega dove si trovi Ludlow, la città in cui i Creed traslocano, nomina due cittadine vicine: la prima è la oramai famosissima Derry (IT) e la seconda è Haven (Colorado Kid). Da qui si spiegano tutta una serie di "stranezze" presenti nel romanzo riconducibili senza indugio alla storia di IT e al luogo di incubazione SEPOLTURA dello stesso essere sovrannaturale. Sono queste le particolarità che rendono i romanzi del RE irrinunciabili. Infine una nota per la parte horror del libro. Non ho trovato particolari cose spaventevoli ma io essendo veterana del genere difficilmente mi lascio intimorire. Ripeto però che non sono rimasta indifferente all'ansia che aleggia nel romanzo e conto di crogiolarmici ancora per un po'.

PS I bambini della cover/locandina del film non c'entrano nulla. Mettere una bella visione di un cimitero sarebbe stata più azzeccata.

Buona lettura!

lunedì 23 settembre 2019

Incipit: Pet Sematary

Buon pomeriggio lettori! E Buon autunno! Siete pronti a tirare fuori i plaid e le tazze di tisane/tè caldi? Questo lunedì ho deciso di condividere con voi l'incipit di Pet Sematary di Stephen King che ho oramai terminato di leggere e che posso affermare che col film non c'entra quasi nulla. Ma ve ne parlerò meglio mercoledì con la recensione dedicata. Nel frattempo per chi fosse incuriosito ecco il primo capitolo. :)

1

Louis Creed, che aveva perso il padre a tre anni e non aveva mai conosciuto i nonni, non si aspettava di trovare un padre quand'era ormai alle soglie della mezza età, eppure andò proprio così... sebbene egli chiamasse quell'uomo un amico, com'è logico che faccia un adulto quando l'incontro con l'uomo adatto a fargli da padre arriva relativamente tardi nella vita. Conobbe quell'uomo la sera in cui lui, sua moglie e i loro due bambini si trasferirono nella casa di Ludlow, una grande casa bianca dalle strutture in legno. Winston Churchill traslocò con loro. Church era il gatto della piccola Eileen.


Il comitato per le ricerche, all'università, si era mosso lentamente; trovare un alloggio che consentisse di fare il pendolare casa-ateneo era stato allucinante; quando finalmente furono in prossimità del punto dove lui era convinto che si trovasse la casa —i punti di riferimento sono tutti esatti...come i segni astrologici la notte prima dell'uccisione di Cesare, pensò morbosamente Louis —erano tutti stanchi, in tensione e con i nervi a fior di pelle. Gage stava mettendo i dentini e si lamentava quasi di continuo. Non voleva dormire, e Rachel aveva un bel cantare e ninnarlo. Arrivò perfino a offrirgli il seno, sebbene avesse ormai smesso di allattarlo. Gage, sul proprio svezzamento, la sapeva lunga quanto lei —di più, forse —e immediatamente la morsicò con i suoi dentini nuovi nuovi. Rachel, che ancora non era del tutto convinta su quel trasferimento nel Maine da Chicago, dove aveva sempre vissuto, scoppiò in pianto. Eileen, senza perdere tempo, la imitò. Nel retro della giardinetta, Church continuava ad aggirarsi, irrequieto, come aveva fatto nei tre giorni che avevano impiegato per arrivare fin lì da Chicago. I miagolii che mandava dalla sua cesta erano stati un tormento, ma quel suo incessante aggirarsi dopo che si erano arresi, alla fine, e l'avevano lasciato libero, era stato quasi altrettanto snervante.


Lo stesso Louis aveva una mezza voglia di piangere. Gli venne d'improvviso un'idea pazzesca, ma in fondo attraente: avrebbe proposto di tornare indietro fino a Bangor per mangiare qualcosa, in attesa che arrivasse il furgone con i mobili e, una volta scesi i suoi tre affetti più cari, avrebbe schiacciato l'acceleratore a tavoletta e sarebbe filato via a razzo, lasciando che il grosso carburatore della giardinetta ingurgitasse benzina super a go-go. Avrebbe fatto tutta una tirata verso sud fino a Orlando, in Florida, dove avrebbe cercato lavoro come medico a Disney World, sotto falso nome. Ma prima di imboccare l'autostrada —la vecchia e ampia 95, diretta a sud —si sarebbe fermato sul margine della carrozzabile per scaricare anche quel dannato gatto.


Aggirarono un'ultima curva e apparve la casa che soltanto lui aveva visto, fino a quel momento. Una volta ottenuta la certezza che l'incarico al-l'università del Maine era suo, era venuto lì in aereo per esaminare ciascuna delle sette possibilità che avevano preso in considerazione in base alle foto, e su quella era caduta la sua scelta: una grande e vecchia casa coloniale del New England (ma sistemata e rimodernata di recente: le spese di riscaldamento, sebbene paurose, non erano esagerate in termini di consumo), tre grandi stanze al piano terreno, altre quattro al piano superiore, una lunga tettoia che, con il tempo, poteva trasformarsi in altre stanze, il tutto circondato da un prato lussureggiante, rigogliosamente verde perfino in quel caldissimo agosto.


Dietro la casa c'era un vasto campo dove i bambini potevano giocare, e al di là del campo c'erano boschi che si stendevano quasi a perdita d'occhio. La proprietà confinava con terreni demaniali, aveva spiegato l'agente immobiliare, e non si prevedevano nuove costruzioni, almeno in un prossimo futuro. I superstiti della tribù degli indiani Micmac avevano avanzato pretese su quasi ottomila acri a Ludlow e nelle località a est di Ludlow, e la complicata vertenza, che coinvolgeva il governo federale oltre quello dello stato, poteva protrarsi fino al nuovo secolo.


Rachel smise bruscamente di piangere. Si tirò su. «È quella?» «Quella, sì», disse Louis. Era in apprensione, o per meglio dire, in ansia. Anzi, era terrorizzato. Aveva ipotecato dodici anni della loro vita per quella casa; prima che fosse del tutto pagata, Eileen avrebbe compiuto diciassette anni. Deglutì.

«Che ne dici?»
«Dico che è bella», fu il commento di Rachel, che gli tolse un gran peso dallo stomaco... e dalla mente. Lei diceva sul serio e lo si vedeva dal modo come guardava la casa mentre svoltavano nel viale asfaltato che girava tutt'attorno fino alla tettoia sul retro, passando in rassegna con gli occhi le finestre vuote, la fantasia già al lavoro su cose come le tende, le incerate per foderare gli armadietti e Dio sa cos'altro.
«Papà?» disse Ellie dal sedile dietro. Anche lei aveva smesso di piangere. Perfino Gage aveva finito di frignare. Louis assaporava quel silenzio.
«Cosa, cara?»
Incontrò gli occhi della piccola, castani sotto i capelli d'un biondo scuro, riflessi nello specchietto retrovisore. Stavano a loro volta esaminando la casa, il prato, il tetto di un'altra casa sulla sinistra, in distanza, e il grande campo che si stendeva fin dentro i boschi.
«È casa nostra?»
«Lo diventerà, tesoro», rispose lui.
«Urrà!» urlò lei, quasi sfondandogli un timpano. E Louis, che Ellie aveva a volte il potere di irritare terribilmente, capì che non gli importava affatto non posare neppure lo sguardo su Disney World, a Orlando.

Parcheggiò davanti alla tettoia e spense il motore dell'auto. Rimase solo il rombo del raffreddamento. Nel silenzio, che sembrava enorme dopo Chicago, e la congestione di State Street e del Loop, un uccello cantava dolcemente nel tardo pomeriggio.
«La nostra casa», mormorò Rachel, sempre guardandosi intorno.
«Casa», ripeté compiacente Gage, che lei teneva in grembo. Louis e Rachel si fissarono. Nello specchietto retrovisore gli occhi di Eileen si spalancarono.
«Hai...»
«Sbaglio o...»
«Ma era...»
Parlarono tutti insieme, poi risero tutti insieme. Gage non ci badò; continuava placidamente a succhiarsi il pollice. Diceva «mamma» da circa un mese, ormai, e aveva fatto uno o due tentativi di dire «paaa», o forse era solo un pio desiderio da parte di Louis.
Ma quella, vuoi per caso o per imitazione, era stata una parola intelligibile. Casa.
E quello fu il loro arrivo a Ludlow.


Buona lettura!

venerdì 20 settembre 2019

Recensione: Illusioni. Le avventure di un Messia riluttante di Richard Bach

Buongiorno lettori! Oggi proseguendo con le recensioni arretrate ho deciso che era arrivato il momento di parlare di Richard Bach. L'autore non mi è nuovo infatti lessi fin dalle elementari Il gabbiano Jonathan Livingston. Poi un mio collega mi prestò, ormai un annetto fa, questo suo romanzo che gli era particolarmente piaciuto. Inutile dire che come il precedente suo scritto anche questo si è scavato un posto nel mio cuore. Credo che a breve rileggerò anche Il gabbiano JL perché credo che un po' come il piccolo principe ogni tanto un reminder serve.

Illusioni. Le avventure di un Messia riluttante
Richard Bach

Bruno Oddera
Bur Rizzoli
148
9,00
1999

Donald Shimoda è davvero un'insolita creatura: possiede doni misteriosi e regala illusioni. Apparentemente è uguale a tutti gli altri, ma compie cose strane: guarisce paralitici, attraversa i muri, cammina sull'acqua, nuota nella terra, pilota un aeroplano che non consuma benzina, atterra su un francobollo... Per capire questo libro bisogna non aver paura di essere felici e di volare nel mondo sconfinato della fantasia e dell'immaginazione.

Tra i suoi numerosi scritti ricordo Il gabbiano Jonathan Livingston, un altro romanzo di formazione che apre la mente.

 
Donald Shimoda è un personaggio particolare, molti lo definirebbero un Messia, un'entità capace di fare miracoli. Richard lo incontra e insieme a noi iniziano un'avventura con i loro velivoli. Sorvolano cieli, portano persone a fare tour e si riposano nei grandi prati dove atterrano. Donald dispensando consigli e massime cerca di far capire a Richard che loro due sono simili e capaci di fare ogni cosa perché liberi. Così anche noi insieme a Richard ci ritroviamo a fare riflessioni che ci spingono a guardarci dentro e persino a migliorarci. E' un romanzo che apre la mente e il cuore. Nella sua brevità fa riflettere e ci porta a scoprire che niente è una coincidenza. Si legge d'un fiato e appena terminato si vorrebbe ricominciarlo per carpirne ancora qualcosa che sicuramente ci è sfuggito. A un certo punto Donald dona un libro a Richard e gli dice che quando non sa prendere una decisione basta lanciarlo in aria e all'atterraggio il romanzo sarà aperto sul consiglio adatto a quell'occasione. Il libro infatti è disseminato di massime che possono benissimo essere applicate a noi e alle nostre vite. E' un aiuto, dona consapevolezza e fiducia in se stessi. Bach riesce a entrarti nel cuore con le sue parole, i personaggi indimenticabili e le scene divertenti con significati profondi.

Buona lettura!

mercoledì 18 settembre 2019

Recensione: Wonder di RJ Palacio

Buongiorno lettori! Il romanzo di cui vi voglio parlare oggi è Wonder, la storia di August, un bambino nato con delle malformazioni al viso che nemmeno gli interventi chirurgici hanno saputo migliorare. Un libro che parla di diversità, bullismo, gentilezza e amore.

Wonder
RJ Palacio
Alessandra Orcese
Giunti
288
6,99

14,00
8 maggio 2013
#incipit#

Wonder è la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il bellissimo racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni.



Tra il film e la pubblicità che è stata fatta di questo romanzo, oltre che la trama assai esplicativa, c'è poco da riassumere. Non è nemmeno una storia originale nel senso che se ne sono viste parecchie di narrazioni sulla diversità o disabilità come per esempio Alla ricerca di Nemo. August ha un viso sfigurato ma non è un ragazzino disabile anzi, è intelligente e preparatissimo in chimica. Il problema fulcro del romanzo sono proprio gli sguardi indiscreti e spesso accompagnati da reazioni esagerate di persone che incontrano Auggie. E se gli adulti scivolano via con lo sguardo pensando di essere discreti, i bambini piangono o fanno domande dirette inconsapevoli se sono molto piccoli o cattive se sono già grandi. Conseguente al tema della diversità subentra il bullismo. Di chi si pensa sia più debole perché diverso e quindi meritevole di essere preso in giro con parole e azioni. Troppo spesso si sente di ragazzi che non accusano bene questi scherzi malati dei loro compagni e poco dopo si ritrovano a pensare al suicidio se non addirittura a eseguirlo. August però è un ragazzino forte. Ha alle spalle una famiglia protettiva che se da una parte l'ha preparato al mondo esterno dall'altra non ha fiducia che possa farcela. Il romanzo è narrato da diversi punti di vista e racconta il primo anno di scuola di August. Mostra le fragilità di tutti i personaggi a partire dallo stesso Auggie e della sorella Via (Olivia) che si sente trascurata dai genitori e dal mondo intero perché "giustamente" il suo fratellino ha più bisogno di aiuto. Questo libro è scritto molto semplicemente e nonostante come già detto la storia non sia "nuova" lascia comunque una serie di insegnamenti che se sei attento oltre ad aprire la mente a nuove prospettive ti ricordano che la strada per essere una persona migliore è quella della gentilezza. A un certo punto si dice "se devi scegliere tra aver ragione e essere gentile, sii gentile". É difficile affrontare le differenze tra le persone. Non si sa mai come comportarsi. Se avessi incontrato io August probabilmente avrei distolto lo sguardo per non offenderlo ma così facendo avrei fatto bene? Mi sono interrogata spesso sul mio possibile atteggiamento e purtroppo ancora adesso non saprei dare una risposta corretta. E allora forse la gentilezza mi sarebbe venuta in soccorso. Perché se anche avessi distolto lo sguardo avrei comunque cercato di conoscerlo e parlandogli avrei scoperto che meravigliosa persona è. E come spesso accade, quando conosci una persona e ti ci trovi bene ogni suo difetto scompare lasciando spazio solo alla vostra amicizia. Un romanzo ricchissimo di contenuti, adatto ai giovani ma anche agli adulti. Un libro che sicuramente leggerò ai miei figli/nipoti per aprirgli la mente e insegnargli a essere sempre in ogni situazione un po' più gentili, per vivere meglio in questo mondo sempre più difficile.

Buona lettura!

martedì 17 settembre 2019

Incipit: Wonder

Buongiorno lettori! Ricominciano sul blog con i post sugli incipit, oggi vi parlo di un libro letto quest'estate, di cui ho visto il film recentemente, ovvero Wonder di RJ Palacio. Come noterete già da subito veniamo catapultati nella vita di August e già possiamo notare quanta forza ci sia all'interno di questo ragazzino.

Normale

 So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l'Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.


 Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.


 Se trovassi una lampada magica e potessi esprimere un desiderio, vorrei avere una faccia così normale da passare inosservato. Vorrei camminare per strada senza che la gente subito dopo avermi visto, si volti dall'altra parte. E sono arrivato a questa conclusione: l'unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale.


 Ma in un certo senso posso dire che ormai mi sono abituato al mio aspetto fisico. So come fingere di non notare la faccia che fa la gente. Siamo diventati tutti abbastanza bravi, in questo genere di cose: io, mamma, papà e Via.


 Anzi, no, mi rimangio la parola: Via non è affatto brava. Si irrita parecchio quando qualcuno fa lo scemo con me. Come quella volta ai giardini, quando dei ragazzi più grandi si sono messi a fare dei versi. Per la verità non so nemmeno bene cosa dicessero, perché non li ho sentiti, ma Via sì, e ha cominciato a gridargli dietro di tutto. É fatta così, lei. Io no.


 Via non mi considera normale. Lei dice di sì, ma se fossi normale non avrebbe tutto questo bisogno di proteggermi. Nemmeno mamma e papà mi considerano normale. Credo che l'unica persona al mondo che capisce quanto sono normale sono io.


 Mi chiamo August, per inciso. Non mi dilungo a descrivere il mio aspetto. Tanto, qualunque cosa stiate pensando, probabilmente è molto peggio.


Buona lettura!

venerdì 13 settembre 2019

Recensione: La scrittrice del mistero di Alice Basso - Vani #4

Buongiorno lettori! Come promesso oggi vi parlo del quarto romanzo di Alice Basso che vede la svolta nella vita di Vani Sarca, la ghostwriter più amata dai lettori. Mi avvicino ahimè al termine di questa serie che se da un lato non vedo l'ora di scoprire cosa riserverà il futuro a Vani, dall'altro so che mi mancherà moltissimo il suo modo ironico e sarcastico che mi ricorda Daria, protagonista della serie animata degli anni '90 che trasmettevano su MTV.

La scrittrice del mistero
Vani #4

Alice Basso
Garzanti
320
9,99

17,90
26 aprile 2018
#incipit#

Per Vani fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché così può scrivere nel chiuso della sua casa, in compagnia dei libri e lontano dal resto dell’umanità, per la quale non ha una grande simpatia. Ma soprattutto perché può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di emulare i loro gesti, di anticipare i loro pensieri, di ricreare perfettamente il loro stile di scrittura. Una empatia innata da cui il suo datore di lavoro sa come trarre vantaggio. Lui sa che solo Vani è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori viventi di thriller del mondo. E non importa se le chiede di scrivere una storia che nulla ha a che fare con i padri del genere giallo che lei adora, da Dashiell Hammett a Ian Fleming passando per Patricia Highsmith. Vani è comunque la migliore. Tanto che la polizia si è accorta delle sue doti intuitive e le ha chiesto di collaborare. E non con un commissario qualsiasi, bensì Berganza, la copia vivente dei protagonisti di Raymond Chandler: impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che i due fanno indagini a braccetto. Ma tra un interrogatorio e l’altro, tra un colpo di genio di Vani e l’altro qualcosa di più profondo li unisce. E ora non ci sono più scuse, non ci sono più ostacoli: l’amore può trionfare. O in qualunque modo Vani voglia chiamare quei crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. Perché il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Andare oltre il suo astio per aiutarlo è difficile e proteggere la sua nuova relazione lo è ancora di più. Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che può tessere trame più ordite del più bravo degli scrittori.

Vani
0.1 Nascita di una ghostwriter
0.2 La ghostwriter di Babbo Natale: Un racconto di Natale di Vani Sarca

4. La scrittrice del mistero

Terminato il terzo romanzo la voglia di avere tra le mani questo seguito è stata altissima. Seguire le disavventure di Vani e dei personaggi che si interfacciano con lei è una costante alla quale sarà dura rinunciare dopo la lettura dell'ultimo e definitivo libro. In questo penultimo episodio troviamo la nostra ghostwriter in preda ai famosi crampi d'amore. Crampi che come il raffreddore hanno attaccato la sottoscritta ogni qualvolta che l'uomo d'eccezione attuava un gesto o una parola alla nostra Vani. Questa volta il caso mistery che vede protagonista sempre il commissario Berganza, è rivolto a Riccardo scrittore ed ex di Vani, vittima di uno stalker che "pare" voglia ucciderlo. Le indagini proseguiranno quindi in questa direzione e l'uomo più odiato della serie forse riuscirà a trovare una piccolissima uscita per redimersi. Il lato letterario invece è stato più interessante a mio avviso perché Vani si troverà a dover aiutare un famoso scrittore di thriller pronto a sfornare l'ennesimo romanzo banale e ricco di classici cliché. Ma quando si tratta di Vani nulla risulta banale e stereotipato. Infine dopo tre libri di flashback e incursioni presenti della famiglia Sarca ci viene svelata Laura, la sorellina di Vani alle prese con una dolorosa ma giusta separazione da quel troglodita di marito. Ci verrà spiegato come l'ingenua Laura si sia trovata sposata con figli e infelice e come, grazie alla prontezza della sorellona, riesca a riscattarsi come persona e come donna. Infine l'immancabile Morgana e i suoi problemi adolescenziali, che grazie al suo candido modo di approcciarsi a Vani riesce a smussarne gli angoli e a farle ammettere quanto adori questa famiglia allargata. Come per i libri precedenti non ho proprio nulla da dire sullo stile dell'autrice e sulle storie che inventa. Ha creato una protagonista apprezzata dai lettori e un potpourri di personaggi ad alti livelli. Ha parlato di amore in termini assoluti snocciolando diversi rapporti e ha abbattuto il muro della differenza d'età sotto ogni aspetto. Nonostante so per certo che mi mancheranno le vicende di Vani&Co, so che la storia sta per esaurirsi e appoggio la scelta di Alice Basso di chiudere con l'ultimo romanzo la serie. Approvo le sue scelte narrative e aspetto trepidante col cuore in mano di avere tra le mani l'ultimo romanzo di questa serie che io, mia sorella e mia mamma abbiamo divorato.

Buona lettura!

mercoledì 11 settembre 2019

Recensione: Non ditelo allo scrittore di Alice Basso - Vani #3

Buongiorno lettori! Proseguendo sulla strada delle recensioni questa settimana vi parlo del terzo, quarto VENERDì e novella di Alice Basso che vede protagonista la strepitosa Vani Sarca. A Natale spero proprio di ricevere l'ultimo romanzo che custodirò con gelosia perché sarà anche l'ultimo della serie!PIANGE COPIOSAMENTE Nella speranza che la scrittrice esca con qualche nuova storia che sappia attrarci proprio come ha fatto la nostra Vani.

Non ditelo allo scrittore
Vani #3

Alice Basso
Garzanti
320
9,99

16,90
18 maggio 2017
#incipit#

A Vani basta notare un tic, una lieve flessione della voce, uno strano modo di camminare per sapere cosa c’è nella testa delle persone. Una empatia innata che Vani mal sopporta, visto il suo odio per qualunque essere vivente le stia intorno. Una capacità speciale che però è fondamentale nel suo mestiere. Perché Vani è una ghostwriter. Presta le sue parole ad autori che in realtà non hanno scritto i loro libri. Si mette nei loro panni. Un lavoro complicato di cui non può parlare con nessuno. Solo il suo capo sa bene qual è ruolo di Vani nella casa editrice. E sa bene che il compito che le ha affidato è più di una sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo Vani può trovarlo, seguendo il suo intuito che non l’abbandona mai. Solo lei può farlo uscire dall’ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo stesso scrittore che le ha spezzato il cuore, che ora è pronto a tutto per riconquistarla. Vani deve stare attenta a non lasciarsi incantare dai suoi gesti. Eppure ha ben altro a cui pensare. Il commissario Berganza, con cui collabora, è sicuro che lei sia l’unica a poter scoprire come un boss della malavita agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Come è sicuro che sia arrivato il momento di mettere tutte le carte in tavola con Vani. Con nessun’altra donna riuscirà mai a parlare di Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo. Senza sapere come mai l’abbia fatto. Forse perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta e Cyrano de Bergerac, ogni uomo aspira a qualcosa di più grande, che rompa ogni schema della razionalità e della logica.


Questo terzo romanzo che vede protagonista la ghostwriter Vani Sarca mi ha emozionato ancor più dei precedenti. Oramai si sa come si svolgono i romanzi di Alice Basso: due filoni narrativi giallo-mistery e letterario, la protagonista che si snoda tra i due percorsi, due uomini interessati che vanno a creare la parte romance della vicenda e tanti piccoli aiutanti come Morgana e Irma. Il tutto punteggiato da flashback del passato di Vani che ci portano non solo a scoprire in ogni libro qualcosa in più su di lei ma ci fanno notare anche il suo percorso di crescita personale. Questa volta la parte mistery vede il commissario Berganza alle prese con un giro di traffico di droga da sventare. Berganza tenterà in ogni modo di tenere Vani lontana dal pericolo ma si sa che il richiamo del proibito è più forte di ogni cosa. Per quanto riguarda il lato letterario la nostra eroina dovrà scovare lo scrittore di un vecchio bestseller e tentare di riportarlo alla ribaltata, un problema se si tratta dell'uomo più scorbutico e intrattabile della terra. Ed è qui che entra in gioco l'ex di Vani, lo scrittore Riccardo che tenterà con un'inversione di rotta di provare a riconquistarla. Ma Vani non sa ancora che il suo cuore oramai è stato rapito da un altro. Non ho nulla da dire sullo stile di scrittura, pulito semplice e lineare, coinvolge, attrae ed emoziona. Le due storie sono interessanti, intervallate l'un l'altra e anche se la parte mistery non è a livelli adrenalinici rientra perfettamente in questo tipo di narrativa. Non ho critiche da fare se non consigliarvi la lettura della serie se ancora non l'avete letta, o di proseguirne la lettura se siete arrivati fin qui. Alice Basso vi saprà appassionare e finirete per leggerla tutta d'un fiato.
Un breve commento al breve racconto 47 pagine che racconta di come Vani per sfuggire alla famiglia durante la festa di Natale, finisca a casa della vicina con una Morgana di 7 anni, e si ritrovi a svelare il mistero del regalo scomparso e a dover eseguire il suo primo lavoro di ghostwriter impersonando Babbo Natale!Inutile dire che questo racconto prequel ci mostra già come la protagonista che tanto amiamo, nonostante il suo cinismo, sia una persona buona e ricca di sorprese. Ve lo consiglio se non avete ancora conosciuto Vani ma anche se siete lettori accaniti della serie, perché di Vani Sarca non se ne ha mai abbastanza!

Buona lettura!

lunedì 9 settembre 2019

I♥tvserie: La casa de Papel, The OA, Big Little Lies e The Originals

Buon pomeriggio lettori! Riprendo a parlare di serie tv che arretrate ne ho parecchie! Iniziamo col botto, questo mese tutte serie da quattro cuori, piaciute ma non abbastanza da meritare il massimo. In tutte c'è sempre stato qualcosa che ha stonato. Ma comunque sono state visioni interessanti, che mi hanno distratto e fatto compagnia quest'estate.

La casa de Papel - stagione 3
Questa terza parte era così attesa dalla massa che quando è arrivata quasi non volevo vederla. Avevo una brutta sensazione. Cosa può aggiungere una terza parte che non sia già stato fatto o detto? Può forse ridarci Berlino, Mosca o Oslo? Non credo. Allora perché? La risposta è una sola perché nella banda non è morta Tokio e quindi anche in questa occasione combina il casino del secolo e mette in pericolo l'intera squadra che si inventa di sana pianta (no dai il progetto c'era già, sì ma orchestrato in fretta e male e con delle chiaviche come componenti come la cara Lisbona che sinceramente avrebbe fatto meglio a starne fuori o l'inutile Palermo che non ha nulla e dico nulla che ricordi il maestro Berlino) un piano per rubare l'oro dalla Banca di Spagna. Ora cosa può andare storto? Tutto. Il finale mezzo tragico e comunque la simpatia verso alcuni personaggi ha destato il mio interesse ma resta nella mia testa l'idea che questa terza parte sia stata concepita per sfruttare la cresta dell'onda del successo della serie precedente. Resta come sempre l'unica sola verità: Tokio deve morire.

The OA - stagione 2
La serie è originale e si snoda bene, ci sono sicuramente dei punti da limare ma nel complesso entrambe le stagioni attraggono lo spettatore coinvolgendolo nella vita della protagonista. Nella prima stagione Prairie si ritrova in un bunker con altri ragazzi rapiti che hanno avuto esperienze di pre-morte. Il rapitore Hunter detto Hap, sta studiando i ragazzi per scoprire i segreti che nasconde la loro esperienza passata ed effettuare così un salto nel tempo e forse anche nello spazio. La prima stagione ci lascia sconvolti con Prairie in ambulanza colpita al cuore da un improbabile proiettile. La seconda stagione prima di ricollegarsi a questo ci racconta la storia di un detective privato che indaga sulla scomparsa di una ragazza. Tutto si ricollega a un gioco interattivo creato da una società che vede tra i vertici Nina Azarova ovvero la nostra Prairie. E' difficile spiegare la trama senza spoilerare. Vi posso dire che si tratta di qualcosa di confuso che si sbroglia man a mano che si va avanti nella visione e rivela sempre più qualcosa sulla protagonista e il suo probabile ruolo mistico di angelo. Il finale lascia spiazzati e a bocca aperta ma purtroppo non avremo un seguito perché la serie è stata cancellata.  Sono così dispiaciuta di questa decisione. Avrei voluto proseguire i risvolti, i viaggi e i svelare tutti i misteri che seguono Prairie e tutti i personaggi a lei legati. 

Big Little Lies - stagione 2
Finalmente arriva il seguito di questa serie superba con attrici incredibili, ispirata al romanzo omonimo di Liane Moriarty che ho letto e recensito QUI. In questa seconda stagione oltre che la Kidman, la Witherspoon, la Woodley, la figlia di Lenny Kravitz e quel figo pazzesco di Alexander Skarsgård (nome e cognome per lui), arriva anche mamma Meryl Streep. Con un cast così e una prima stagione bomba ci si aspettava grandi cose. In realtà è stato tutto un po' più lento del previsto. Comunque interessante e avvincente sopratutto la storia tra Celeste e la suocera che si può dire abbia tenuto in piedi l'intera serie. Una nota di merito va senza dubbio a 🏆 Laura Dern attrice che ha interpretato Renata, la mamma della bambina più infelice del mondo, che in questa stagione ha dato il meglio di sé facendomi fare standing ovation in più occasioni. Spero vivamente in un rinnovo anche se si vocifera la cancellazione.
 


The Originals - stagione 5
E' una serie che ho iniziato a guardare quando era in fase di termine The Vampire Diaries. Nata quindi da una costola di Mystic Falls ed esportata a New Orleans narra le vicende della famiglia Mikaelson i vampiri originali che si ritroveranno a coesistere con lupi mannari, streghe e cacciatori. La storia è sempre stata molto avvincente e non mi ha mai stancato o annoiato. Era ovvio che a un certo punto un epilogo fosse necessario e quello scelto dagli autori è stato comodo per poter creare un'ulteriore serie che non ho ancora visto chiamata Legacies che vede protagonista la figlia di Klaus, e necessario affinchè i Mikaelson trovassero la pace. Non ho note particolari in merito. Sono amante del fantasy urbano, sono amante delle serie teen ma non troppo (tipo teen wolf non mi piace) e adoro i colpi di scena, per cui Gli Originali è stato un mix perfetto per tenermi compagnia.  ♥

Buona visione!

venerdì 6 settembre 2019

Recensione: Ti porterò nel sangue di Chiara Palazzolo - Mirta/Luna #3

Buon venerdì lettori! Come promesso proseguono le recensioni in arretrato in particolare oggi chiudo la trilogia di Mirta/Luna con Ti porterò nel sangue scritto da Chiara Palazzolo, scomparsa prematuramente ahimé.

Ti porterò nel sangue
Mirta/Luna #3

Chiara Palazzolo
Piemme

446
17,90
12 marzo 2007

#incipit#

Mirta, vent'anni, morta per amore, rinasce nelle vesti della splendida e inquietante Luna. Diventata uno dei guerrieri di Gottfried, il capo dei sopramorti, si muove in un mondo violento e ostile, tra combattimenti, sottili giochi di potere e ambigui personaggi: i gelidi cavalieri teutonici, la misteriosa Fabula, lo scanzonato Nicholas, Lady Tattoo. Lacerata tra la passione per Sara e il ricordo bruciante di Robin, l'antico amore che ancora le dà la caccia, Luna vivrà mille avventure che la porteranno in una villa protesa sul Baltico, dove le sarà rivelato un importante segreto su Robin. Amarlo, tornare con lui è forse ancora possibile? Ma il ritorno a sorpresa di Paco, l'amico di Robin, e l'incontro con Gatto Marchesi, sopramorto dall'oscuro passato, cambieranno nuovamente le carte in tavola. E l'infinita fuga di Luna tra la vita e la morte si chiuderà nel sangue, in una durissima resa dei conti finale.

Avevamo lasciato Mirta oramai completamente Luna alle prese con una spinosa situazione dietro l'altra. Il ritorno di Paco, il ritrovamento di Robin, i nuovi compagni di viaggio come Gatto Marchesi e le nuove storie di vita o meglio di pre-vita raccolte durante i suoi incontri con altri sopramorti, l'hanno portata a diventare più consapevole e forte. Ora fa ufficialmente parte della squadra di Gotfried, il sopramorto capo delle varie spedizioni che si occupano di fermare i beneandanti o recuperare sopramorti appena nati. Con Sara il rapporto è sempre un po' complicato e la situazione viene messa a dura prova da un inaspettato lutto. Sara ha un tracollo emotivo e Luna si ritrova a prendere il comando delle operazioni che coinvolgono tutti i tre i fattori scatenanti della guerra: Robin, i Beneandanti e Paco. Il finale è chiuso anche se sembra lasciare uno spiraglio per storie future che purtroppo non saranno mai scritte a causa della prematura scomparsa dell'autrice. Nonostante sia consapevole che lo stile della Palazzolo, frammentato, ricco di punteggiatura e frasi brevi sia abbastanza detestato dai lettori, non mi ha particolarmente infastidito. Ho trovato molto più disturbante la scena del viaggio mentale di Luna-Gotfried-Sara durante il trip CHIAMIAMOLO COSÌ per tentare di uscire dal profondo buco nero che li aveva inghiottiti. Mi ha fatto rivivere quei monologhi di Mirta che hanno caratterizzato il primo volume della serie. Per il resto la narrazione scorre che è un piacere ricca di azione e colpi di scena, racconta come già detto nella precedente recensione, una storia originale, che rivaluta lo stile horror vampiresco/zombie dei precedenti anni. Ora sono pronta a recuperare anche gli altri romanzi autoconclusivi che pare siano altrettanto disturbanti. Mi ritrovo quindi a piangere la scomparsa di quest'autrice di talento che avrebbe potuto dare ancora molto a noi lettori.

Buona lettura!

mercoledì 4 settembre 2019

Recensione: Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons - The Bronze Horseman #1

Buongiorno lettori! Ritorno con le recensioni e cercherò di recuperarle in questi mesi autunnali, anche se per ora siamo sempre in estate e anche il caldo non molla. Oggi vi parlo di un romanzo chiacchierato dagli amanti del genere storico-romance: Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons, primo della trilogia ma considerato da tutti quello più incisivo. Voi conoscete la trilogia? Che parere avete su Shura e Tatia?

Il cavaliere d'inverno
The Bronze Horseman #1

Paullina Simons
Lucia Fochi e Francesca Del Moro
Rizzoli
708
6,99

10,00
21 maggio 2003
#incipit#

Leningrado, estate 1941. Tatiana e Dasha sono sorelle e condividono tutto, perfino il letto, nella casa affollata dove abitano con i genitori. Una mattina il loro risveglio è particolarmente agitato: Dasha ha un nuovo innamorato e non vede l’ora di raccontare tutto a Tatiana. Ma un annuncio alla radio manda di colpo in pezzi la loro serenità: il generale Molotov sta comunicando che la Germania ha invaso la Russia. È la guerra. Uscita per fare scorte di cibo, Tatiana incontra Alexander, giovane ufficiale dell’Armata Rossa, e tra loro si scatena un’attrazione irresistibile. Ancora non sanno che quell’amore è proibito per entrambi e potrebbe distruggere per sempre ciò che hanno di più caro. Mentre un implacabile inverno e l’assedio nazista stringono la città in una morsa micidiale, riducendola allo stremo, la dolce Tatiana e il valoroso Alexander troveranno nel legame segreto che li unisce la forza per affrontare avversità e sacrifici. Con la speranza di un futuro migliore.

The Bronze Horseman
1. Il cavaliere d'inverno
2. Tatiana e Alexander
3. Il giardino d'estate


Il cavaliere d'inverno è un romanzo storico ambientato nella seconda guerra mondiale in Russia. I protagonisti principali sono Tatiana ragazza di diciassette anni che abita nel quinto soviet con la numerosa famiglia e Alexander soldato russo con un passato importante alle spalle. Siccome ci sono recensioni positive a profusione mi sono letta qualche parere negativo tanto per capire se quello che era stato notato da alcune ragazze rientrava nei miei dubbi. La storia come si evince dalla trama parla di questi due ragazzi che si piacciono a prima vista e si innamorano in un breve tempo. Senonché Alexander detto Shura sta casualmente con la sorella di Tatiana, Dasha. Viene, a questo punto, criticata la velocità di innamoramento e la casualità della faccenda, ma io rispondo che stiamo parlando di un romanzo romance a sfondo storico, non una storia vera. Sinceramente non mi ha disturbato nemmeno la semplicità, definita da molte stupidità, di Tatiana perché forse la moltitudine di ragazze si è dimenticata come si è farfalloni a diciassette anni. Tatiana lavora in fabbrica, fa la spesa e cucina per la famiglia, si prende cura un po' di tutti in tempo di guerra e anzi prende anche un'importante e sicuramente avventata decisione per far stare meglio la sua famiglia andando a cercare il fratello gemello. Inoltre la situazione di assedio di Leningrado la porterà a una crescita personale non indifferente. Quando scopre di Alexander e Dasha per non far soffrire la sorella rinuncia lei stessa a questo amore a discapito di entrambi. Nella prima metà del libro ho trovato più immaturo Alexander anche se ripensandoci è un po' come tutti gli uomini che restano confusi dalle nostre contrastanti emozioni. La seconda parte del romanzo è inizialmente più festosa e qui dò ragione alla massa che critica la lunga, lunghissima pausa estiva che porta i due innamorati a capriole mirabolanti in ogni dove. Poi finalmente la svolta e l'epilogo quasi aspettato ma non fino in fondo con maledizioni tirate e sobbalzi al cuore. In conclusione non posso non aver apprezzato questo romanzo. E' stato un crescendo di emozioni e mi ha coinvolto sia lo stile di scrittura sia la narrazione semplice seppur molto dettagliata. La Tatiana di fine libro è una Tatiana diversa, più matura, più forte e motivata. Non si può non notarne la crescita. Ovviamente con calma mi procurerò i due seguiti perché voglio proprio sapere cosa si inventerà l'autrice e come gestirà questo cambio di scenario. Nel frattempo annovero Il cavaliere d'inverno tra le letture romantiche necessarie per creare un bagaglio in questo settore narrativo.

Buona lettura!

lunedì 2 settembre 2019

Wrap Up...aggiornamento letture

Buon pomeriggio lettori e ben ritrovati! Il mese di agosto è stato un completo relax, mi sono goduta il mare, la mia sorellina e la mia famiglia cercando di riposare e staccare la spina il più possibile. Posso dire di essere tornata ricaricata, con la mente rinnovata e piena di energia. Beh non pienissima ma sicuramente in forma per ricominciare lavoro e routine giornaliere. Sono ancora un po' con la mente altrove più che altro perché a metà mese si sposerà mia sorella e quindi fino a quel momento ci sta essere ancora in stato sognante XD. Spero che anche le vostre vacanze siano state esattamente come le volevate e se invece state per partire godetevele appieno. Ora veniamo al wrap up di settembre con gli aggiornamenti delle letture della Valigia Libraria e le novità.

Per quanto riguarda le letture estive ho concluso The Elite e The One di Kiera Cass, non sono soddisfatta di come si è sviluppata la storia ma ve ne parlerò meglio nelle recensioni.

Per la  Challenge Ikigai: ho terminato Niente è come te di Sara Rattaro, un'incredibile storia di un padre che tenta di recuperare la figlia perduta e ho terminato Wonder di RJ Palacio, un' emozionante storia di diversità amicizia e amore. Ora con l'estrazione del nuovo obiettivo ho deciso di leggere Pet Sematary di Stephen King insieme a Gek per confrontarci man a mano e paragonare anche il film.

Oltre a King in lettura ho Il sognatore di Laini Taylor e L'amore di Audrey di Alessia Esse che conclude la serie su New York.


Per la collaborazione DeA Planeta devo iniziare The Kingdom di Jess Rothenberg che mi ero portata in vacanza ma che alla fine ho deciso di leggere in settembre. Seguito da Il fabbricante di sogni di RM Romero, ma mi riservo di inserirli dopo che avrò terminato le letture in corso visto che praticamente ho smaltito quasi tutto quello che avevo in sospeso. Quasi perché ora mi restano tre manuali e un saggio ma con calma arriverò a concludere anche quelli.

Grazie per avermi letta! Vi lascio qui il link del precedente Wrap Up nel caso vi interessi spulciare le mie letture precedenti. Se avete anche voi situazioni complicate e volete scrivermelo possiamo chiacchierare di quanto ci piaccia accumulare libri e letture!



Buona lettura!