martedì 19 febbraio 2019

Incipit: Il sognatore

Buon pomeriggio lettori! Sto cercando di ritrovare un equilibrio perché tempo due settimane sono riuscita a scombinare l'intera pianificazione! Ma si sa che la vita è imprevedibile e non sempre si riesce a rispettare il programma per filo e per segno. Oggi però voglio condividere con voi il prologo de Il sognatore di Laini Taylor. Il romanzo che ho scelto come obiettivo della challenge delle Ikigai.
Prologo

    Durante il secondo Sabba della Dodicesima Luna, nella città di Pianto, dal cielo cadde una ragazza.
    La sua pelle era blu e il suo sangue era rosso.
    Si schiantò sopra un cancello di ferro, che per l'impatto si deformò, e lì rimase appesa, terribilmente inarcata, aggraziata come una danzatrice che si abbandona riversa sul braccio del suo innamorato. Una guglia viscida la teneva inchiodata al suo posto. La punta, che le sporgeva dal petto, scintillava come una spilla. La ragazza ebbe un breve sussulto mentre il suo fantasma si liberava e dai suoi lunghi capelli piovevano boccioli di un rosso fiammante.
    In seguito, avrebbero detto che non erano affatto boccioli, ma cuori di colibrì.
    Avrebbero detto che la ragazza non aveva perso sangue, ma lo aveva pianto. Che era oscena, perché mentre moriva a testa in giù si era leccata i denti sfacciatamente e aveva vomitato un serpente che, toccando terra, si era trasformato in fumo. Avrebbero detto che era arrivato uno sciame di falene che, frenetiche, avevano tentato di sollevarla e portarla via.
    E questo era vero, ma solo questo.
    Le falene però non avevano avuto alcuna possibilità. Non erano più grandi delle boccucce attonite dei bimbi, e persino riunite a dozzine avevano potuto al massimo tirare le ciocche dei capelli che si andavano scurendo, finchè le loro ali non si erano appesantite, inzuppate dal sangue della ragazza. Vennero spazzate via insieme ai boccioli quando una raffica di vento e sabbia travolse la strada da cima a fondo. Sotto i piedi, la terra si sollevò con un sussulto. Il cielo ruotò sul suo stesso asse. Un bizzarro luccichio trafisse il fumo che si levava a ondate e il popolo della città di Pianto dovette strizzare gli occhi per schermarli. Tempesta di sabbia, luce bollente e il puzzo del salnitro. C'era stata un'esplosione. Sarebbero potuti morire tutti, con facilità, ma l'unica vittima era stata quella ragazza, buttata giù da qualche tasca del cielo.
    Aveva i piedi nudi e la bocca macchiata del succo delle prugne selvatiche. Le sue tasche erano piene di frutti. Lei era giovane e bella e stupita e morta.
    Era anche blu.
    Di un blu opalescente, chiaro. Blu come i fiordalisi o le ali di una libellula o un cielo di primavera, non estivo.
    Qualcuno urlò. Le urla richiamarono altre persone, e anche loro urlarono. Non perchè una ragazza fosse morta, ma perché era blu, e questo, nella città di Pianto, significava qualcosa. Anche quando il cielo smise di vorticare e la terra si riassettò e il luogo dell'esplosione sputacchiò l'ultimo sbuffo di fumo che si disperse, le urla proseguirono, nutrendosi di una voce dopo l'altra, un virus dell'aria.
    Il fantasma della ragazza blu si raccolse e si appollaiò, desolato, sulla punta acuminata della guglia, appena un centimetro sopra il suo stesso petto immobile. Scioccato, ansimante, il fantasma gettò indietro la testa invisibile e guardò in sù, addolorato.
    Le urla proseguirono ancora.
E dall'altra parte della città, in cima a un cuneo monolitico di metallo liscio e lucido come uno specchio, una statua si mosse, come svegliata da tumulto e, lentamente, sollevò l'enorme testa caprina.
Buona lettura!

giovedì 14 febbraio 2019

www...wednesday

Buongiorno lettori! Ieri mi sono persa via tra i preparativi per la cenetta che ho in mente stasera quindi arrivo un pochino in ritarto con il consueto appuntamento! Come sempre se lasciate nei commenti il link passo a leggere e commentare i vostri www! Se non avete un blog potete lasciare qui la lista dei romanzi per questa settimana!

what are you currently reading?
in lettura

Sono ancora immersa nella Guida Cinica alla Cellulite di Cristina Fogazzi che trovo molto interessante.

what did you recently finish reading?
terminato


Ho terminato Non era vero di Clare Mackintosh e QUI potete leggere il mio parere.

what do you think you'll read next?
cosa leggerò


Come avevo messo settimana scorsa riprenderò in mano Il Metodo Bullet Journal di Ryder Carroll nell'attesa dell'estrazione di fine mese della challenge!

Se siete curiosi di scoprire come prosegue la challenge e gli obiettivi che mi assegneranno continuate a seguirmi qui e su IG e Twitter.
questa è una rubrica ideata dal blog Should Be Reading

Buona lettura!

martedì 12 febbraio 2019

Recensione: Non era vero di Clare Mackintosh

Buona sera lettori e benvenuti a questo review party che mi vede a collaborare con delle blogger d'eccezione! Vi lascio i link alle loro recensioni così da farvi un parere a tutto tondo su questo thriller. Inoltre QUI trovate l'incipit del romanzo.
Il libro di cui si parla oggi è il nuovo romanzo di Clare Mackintosh, autrice di So tutto di te che oggi ci racconta di come una figlia a un anno dal suicidio dei genitori sia portata a dubitare non solo della tragedia ma di tutta la sua vita.

Non era vero
Clare Mackintosh
Chiara Brovelli
De Agostini
382

9,99
17,00
12 febbraio 2019

#incipit#

Puoi vivere una bugia. Oppure cercare la verità a ogni costo.
“Suicidio. Ne sei proprio sicura?”
È un biglietto con queste parole a sconvolgere ancora una volta l’esistenza di Anna, reduce dalla doppia morte, a pochi mesi di distanza, prima del padre e poi della madre. Ma se la polizia non ha mai avuto dubbi nel classificare come suicidio quel duplice volo sulle rocce a picco e le acque agitate di Beachy Head, Anna non sa darsi pace. Il solo a darle ascolto è Murray Mackenzie, agente in pensione che alla cura della moglie malata alterna il servizio come volontario presso la Centrale. All’insaputa dei colleghi, Mackenzie si mette a caccia di indizi in grado di dare sostanza ai dubbi di Anna. Perché non esistono storie senza ambiguità e doppi fondi, né famiglie senza segreti.



E' il primo romanzo che leggo di questa autrice e posso già dire che il suo stile è molto pulito e semplice. Racconta la storia da tre punti di vista principali, Anna la figlia venticiquenne rimasta incinta dopo la morte di entrambi i genitori che il giorno dell'anniversario della morte della madre riceve uno strano biglietto che la porta a dubitare del suicidio stesso. Murray Mackenzie un detective in pensione che continua a lavorare alla centrale per impiegare il tempo dato che anche la sua situazione familiare non è prorpio rosea. E' lui che riceve Anna. E' lui che si interessa al caso. Ed è lui che ci porterà alla verità. Il terzo punto di vista è della madre di Anna, ma i suoi momenti sono volutamente fugaci e a volte nebulosi. La prima metà del romanzo scorre bene, ci introduce i personaggi, le loro vite, ci insinua sospetti e ci rivela piccoli indizi. Poi la grande rivelazione arriva senza scoppi e senza troppe sorprese. Ed è qui che il mio interesse ha iniziato a calare. Poco originale, la trama ha assunto un tono un po' triste. Una delle cose che mi ha spinto a terminarlo in fretta è stata la curiosità di capire se ci fosse un altro colpo di scena a fine romanzo qualcosa da bocca aperta, qualcosa che giustifichi il piatto momento raggiunto dopo la cosidetta rivelazione. In effetti è arrivato a più riprese ma oramai ero nel loop e avevo adocchiato la situazione, quindi la sorpresa c'è stata ma non col botto. Nonostante questo in alcuni punti la storia è riuscita a tenermi col fiato in sospeso e a spingermi a scoprire pagina dopo pagina l'evoluzione di Anna e la sua travagliata scoperta. Mi sento di consigliare il romanzo a chi non ha molta dimestichezza con i thriller, a chi ama i misteri familiari e i detective in pensione che non demordono mai.

Buona lettura!

mercoledì 6 febbraio 2019

www...wednesday

Buon mercoledì lettori! Eccoci a un nuovo mese e a un nuovo www! Come sempre se mi lasciate un commento passo a leggere e commentare i vostri www! Se non avete un blog potete lasciare qui la lista dei romanzi per questa settimana!

what are you currently reading?
in lettura

Come anticipato dai giorni scorsi sto leggendo il nuovo romanzo di Clare Mackintosh Non era vero e parallelamente sto "studiando" il manuale dell'Estetista Cinica Cristina Fogazzi Guida Cinica alla Cellulite, perché c'è sempre da imparare da chi ne sa più di te.

what did you recently finish reading?
terminato


Ho quasi terminato Il sognatore di Laini Taylor oramai mi mancano poche pagine. E' stata una lettura interessante e non vedo l'ora di avere il seguito tra le mani!

what do you think you'll read next?
cosa leggerò


Dopo credo riprenderò in mano Il Metodo Bullet Journal di Ryder Carroll che avevo temporaneamente messo da parte e vedrò cosa mi riserverà la prossima estrazione delle Ikigai!

Se siete curiosi di scoprire come prosegue la challenge e gli obiettivi che mi assegneranno continuate a seguirmi qui e su IG e Twitter.
questa è una rubrica ideata dal blog Should Be Reading

Buona lettura!

martedì 5 febbraio 2019

Incipit: Non era vero

Buongiorno lettori!Si ricomincia il mese e la settimana con un nuovo incipit. Questo poi è proprio fresco fresco di stampa perché uscirà a breve, Non era vero di Clare Mackintos, un thriller psicologico che sto leggendo in anteprima per il reviw party che si terrà a metà mese. Così per stuzzicarvi la voglia di leggerlo ho deciso di condividere con voi l'incipit. 
1

La morte non mi dona. Mi cade come un cappotto preso in prestito, che scivola dalle spalle e striscia in mezzo alla sporcizia, per terra. Non è della mia misura, ci sto scomoda.
    Vorrei scrollarmela di dosso, buttarla nell’armadio e riprendermi i miei vestiti fatti su misura. Comunque, anche se non desideravo lasciare la mia vecchia esistenza, ho speranze per la prossima… Sì, spero di diventare qualcuno, spero di essere bella, intensa. Per ora, sono in trappola. Sospesa tra due vite.
    In un limbo.
    Dicono che gli addii improvvisi siano più semplici, meno dolorosi rispetto a quelli delle lunghe malattie. Sbagliano. Il dolore protratto non è più straziante dell’orrore di una vita rubata senza alcun preavviso. Una vita portata via con la violenza. Il giorno della mia morte ho camminato sulla fune tesa tra due mondi, con la rete di sicurezza ridotta a brandelli sotto di me. Da una parte c’era la salvezza, dall’altra il pericolo.
    Ho fatto un passo.
    Sono morta.
    Un tempo scherzavamo sulla morte – quando eravamo ancora abbastanza giovani e pieni di vita da considerarla un inconveniente che capitava agli altri.
    «Secondo te chi morirà, per primo?» mi avevi chiesto una sera, quando il vino era finito ed eravamo sdraiati accanto alla stufetta elettrica, nell’appartamento che avevo preso in affitto a Balham. Una mano pigra mi accarezzava la gamba, rendendo più morbide le tue parole.
   
«Tu, è ovvio» avevo risposto senza esitare e tu mi avevi colpita scherzosamente con un cuscino.
    Stavamo insieme da un mese; i nostri corpi stavano imparando a conoscersi e noi parlavamo del futuro con leggerezza, come se non ci appartenesse. Nessun impegno, nessuna promessa… solo possibilità.
    «Le donne vivono più a lungo» avevo argomentato ridendo. «Lo sanno tutti. È una questione genetica: la sopravvivenza del più adatto. Gli uomini non ce la fanno, da soli.»
    Tu eri diventato serio. Con una mano mi avevi sollevato il viso, costringendomi a guardarti. Nella penombra i tuoi occhi sembravano neri, e le barre incandescenti della stufetta si riflettevano nelle tue pupille. «È vero.» Avevo cercato di baciarti, ma le tue dita mi trattenevano; sentivo il pollice premere forte contro l’osso del mento.
    «Se dovesse succederti qualcosa, non so cosa farei.»
    Mi aveva percorsa un brivido, nonostante il calore intenso della stufa. Qualcuno stava camminando sulla mia tomba – è così che si dice quando qualcuno rabbrividisce senza motivo, no?
    «Ma piantala!»
    «Morirei anch’io» avevi insistito.
    Avevo allungato una mano per scostare la tua. Ti avevo baciato dolcemente, poi con passione, finché non ti eri lasciato cadere all’indietro, e un attimo dopo mi ero distesa sopra di te, con i capelli a solleticarti il collo e il viso.
    Saresti morto per me.
    La nostra relazione era agli inizi; una scintilla che avrebbe potuto spegnersi o divampare con la stessa facilità. Non potevo sapere che avresti smesso di amarmi o che io avrei smesso di amare te. Non potevo evitare di sentirmi lusingata dalla profondità del tuo sentimento, dall’intensità dei tuoi occhi.
    Saresti morto per me, e in quel momento pensai che anch’io sarei potuta morire per te.
    Be’, non immaginavo che a uno dei due sarebbe successo davvero.

Buona lettura!