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martedì 5 febbraio 2019

Incipit: Non era vero

Buongiorno lettori!Si ricomincia il mese e la settimana con un nuovo incipit. Questo poi è proprio fresco fresco di stampa perché uscirà a breve, Non era vero di Clare Mackintos, un thriller psicologico che sto leggendo in anteprima per il reviw party che si terrà a metà mese. Così per stuzzicarvi la voglia di leggerlo ho deciso di condividere con voi l'incipit. 
1

La morte non mi dona. Mi cade come un cappotto preso in prestito, che scivola dalle spalle e striscia in mezzo alla sporcizia, per terra. Non è della mia misura, ci sto scomoda.
    Vorrei scrollarmela di dosso, buttarla nell’armadio e riprendermi i miei vestiti fatti su misura. Comunque, anche se non desideravo lasciare la mia vecchia esistenza, ho speranze per la prossima… Sì, spero di diventare qualcuno, spero di essere bella, intensa. Per ora, sono in trappola. Sospesa tra due vite.
    In un limbo.
    Dicono che gli addii improvvisi siano più semplici, meno dolorosi rispetto a quelli delle lunghe malattie. Sbagliano. Il dolore protratto non è più straziante dell’orrore di una vita rubata senza alcun preavviso. Una vita portata via con la violenza. Il giorno della mia morte ho camminato sulla fune tesa tra due mondi, con la rete di sicurezza ridotta a brandelli sotto di me. Da una parte c’era la salvezza, dall’altra il pericolo.
    Ho fatto un passo.
    Sono morta.
    Un tempo scherzavamo sulla morte – quando eravamo ancora abbastanza giovani e pieni di vita da considerarla un inconveniente che capitava agli altri.
    «Secondo te chi morirà, per primo?» mi avevi chiesto una sera, quando il vino era finito ed eravamo sdraiati accanto alla stufetta elettrica, nell’appartamento che avevo preso in affitto a Balham. Una mano pigra mi accarezzava la gamba, rendendo più morbide le tue parole.
   
«Tu, è ovvio» avevo risposto senza esitare e tu mi avevi colpita scherzosamente con un cuscino.
    Stavamo insieme da un mese; i nostri corpi stavano imparando a conoscersi e noi parlavamo del futuro con leggerezza, come se non ci appartenesse. Nessun impegno, nessuna promessa… solo possibilità.
    «Le donne vivono più a lungo» avevo argomentato ridendo. «Lo sanno tutti. È una questione genetica: la sopravvivenza del più adatto. Gli uomini non ce la fanno, da soli.»
    Tu eri diventato serio. Con una mano mi avevi sollevato il viso, costringendomi a guardarti. Nella penombra i tuoi occhi sembravano neri, e le barre incandescenti della stufetta si riflettevano nelle tue pupille. «È vero.» Avevo cercato di baciarti, ma le tue dita mi trattenevano; sentivo il pollice premere forte contro l’osso del mento.
    «Se dovesse succederti qualcosa, non so cosa farei.»
    Mi aveva percorsa un brivido, nonostante il calore intenso della stufa. Qualcuno stava camminando sulla mia tomba – è così che si dice quando qualcuno rabbrividisce senza motivo, no?
    «Ma piantala!»
    «Morirei anch’io» avevi insistito.
    Avevo allungato una mano per scostare la tua. Ti avevo baciato dolcemente, poi con passione, finché non ti eri lasciato cadere all’indietro, e un attimo dopo mi ero distesa sopra di te, con i capelli a solleticarti il collo e il viso.
    Saresti morto per me.
    La nostra relazione era agli inizi; una scintilla che avrebbe potuto spegnersi o divampare con la stessa facilità. Non potevo sapere che avresti smesso di amarmi o che io avrei smesso di amare te. Non potevo evitare di sentirmi lusingata dalla profondità del tuo sentimento, dall’intensità dei tuoi occhi.
    Saresti morto per me, e in quel momento pensai che anch’io sarei potuta morire per te.
    Be’, non immaginavo che a uno dei due sarebbe successo davvero.

Buona lettura!

2 commenti :

  1. Ormai questi thriller, a partire dai titoli, purtroppo si somigliano tutti tutti, ma questo ha un incipit davvero non male! :)

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    1. hai effettivamente ragione. ma ci spero sempre che ci sia la svolta decisiva..

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