Buon
pomeriggio lettori! Il mio salva lunedì è rappresentato dagli incipit dei romanzi letti o in lettura che sono prossima a recensire e mi permettono sempre di ripensare a quello che ho vissuto durante la lettura e danno sempre un valore aggiunto anche dopo che è passato del tempo. Oggi vi lascio in compagnia di Shirley Jackson con L'incubo di Hill House da cui è stata tratta una serie tv e il film Haunting Presenze.
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Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant'anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola.
Il professor John Montague, laureato in antropologia, aveva preso il dottorato con l'oscura sensazione che in quel campo si sarebbe avvicinato il più possibile alla sua vocazione autentica, l'analisi dei fenomeni paranormali. Teneva al suo titolo poiché, non avendo le sue indagini alcunché di scientifico, sperava gli conferisse un'aura di rispettabilità e perfino di autorità accademica. Non essendo il tipo del questuante, affittare Hill House per tre mesi gli era costato parecchio, in danaro e in orgoglio; ma contava che lo scalpore suscitato da uno studio decisivo sulle cause e gli effetti delle interferenze paranormali in una casa che aveva fama di essere «stregata»
Le intenzioni del professor Montague riguardo Hill House si ispiravano ai metodi degli intrepidi cacciatori di fantasmi ottocenteschi; avrebbe visto che cosa succedeva in quella casa vivendoci dentro. Era sua intenzione, da principio, seguire l'esempio dell'anonima Lady che nel 1897 si era trasferita a Bellechin House e per tutta l'estate aveva intrattenuto scettici ed entusiasti con divertimenti straordinari come partite a croquet e battute di caccia ai fantasmi. Ma scettici, entusiasmi, e bravi giocatori di croquet non sono facili da trovare al giorno d'oggi, e il professor Montague fu costretto ad assumere degli assistenti. Forse la vita vittoriana, più rilassata, si prestava meglio ai meccanismi dell'indagine sul paranormale, o forse la documentazione scrupolosa dei fenomeni per stabilire la realtà è un metodo in gran parte tramontato; ad ogni modo, il professor Mongague non solo fu costretto ad assumere degli assistenti, ma dovette anche trovarli.
Poiché si riteneva una persona prudente e coscienziosa, impiegò nella ricerca una quantità notevole di tempo. Setacciò gli archivi delle società di parapsicologia, gli indirizzari delle riviste del settore, i resoconti degli studiosi, e mise insieme una lista di persone a cui in un modo o nell'altro, in un momento o nell'altro, non importa quanto fugacemente o ambiguamente, erano capitate esperienze fuori dal normale. Dalla lista cominciò con l'eliminare i morti. Quando ebbe poi depennato le persone che gli sembravano in cerca di pubblicità, o troppo poco intelligenti, o inadeguate per via di una chiara tendenza al protagonismo, si ritrovò con una dozzina di nomi. Ciascuna di queste persone, quindi, ricevette una lettera dal professore, che le invitava a passare tutta o una parte dell'estate in una comoda casa di campagna, vecchia ma perfettamente attrezzata, con tanto di bagni, elettricità, riscaldamento centrale e materassi puliti. Lo scopo del loro soggiorno, spiegavano le lettere, era di osservare, e di approfondire le varie storie raccapriccianti che erano circolate sulla casa per quasi tutti gli ottant'anni della sua esistenza. Le lettere del professor Montague non dicevano apertamente che a Hill House c'erano i fantasmi: il professore era un uomo di scienza e si sarebbe guardato bene dal cantar vittoria finché non avesse avuto prova di un vero fenomeno paranormale a Hill House. Di conseguenza le sue lettere avevano una certa ambigua dignità, intesa a far presa sull'immaginazione di un tipo di destinatario davvero speciale. Alla sua dozzina di lettere il professor Montague ottenne quattro risposte, perché gli altri sette o otto candidati si erano presumibilmente trasferiti senza lasciare un indirizzo, o forse avevano perso interesse per il soprannaturale, o addirittura non erano mai esistiti. Ai quattro che risposero, il professore scrisse di nuovo, fissando il giorno preciso in cui la casa sarebbe stata da considerarsi ufficialmente pronta per essere occupata, e includendo istruzioni dettagliate per raggiungerla: come fu costretto a spiegare, era difficilissimo farsi dare delle indicazioni, sopratutto da parte della comunità rurale che circondava la casa. Il giorno prima della partenza, il professore si lasciò persuadere ad accogliere nella sua ristretta cerchia un membro della famiglia proprietaria di Hill House; e arrivò anche un telegramma da uno dei candidati, che si tirava indietro con una scusa palesemente inventata. Un altro non si presentò né scrisse, forse a causa di qualche impellente problema personale. Gli altri due vennero.
Buona lettura!
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