martedì 27 luglio 2021

Recensione Cosa sognano i pesci rossi di Marco Venturino

Cosa sognano i pesci rossi è un libro che mi ha fatto leggere la mia sorellina. È uno di quei libri che difficilmente avrei letto senza un suo consiglio. Una lettura tosta che tratta argomenti difficili che aprono gli occhi a chi per sua fortuna non ha passato momenti come questi.

Pierluigi Tunesi, quarantacinquenne di successo e soddisfatto della propria esistenza, si trova - a seguito di complicanze sopraggiunte dopo un intervento chirurgico - ricoverato in gravi condizoni in un reparto di Terapia intensiva. Luca Gaboardi, quarantacinquenne in difficioltà e in conflitto con la propria esistenza, è il medico responsabile del reparto nel quale Pierluigi è stato ricoverato. Due uomini totalmente diversi, due vite andate in direzioni opposte, si trovano per destino faccia a faccia. Abbandonato, dopo l'operazione malriuscita, dal grande chirurgo privo di scrupoli che lo ha operato, e scaricato nelle mani frettolose, frustrate ma ancora non indegne di Gaboardi, nel giro di pochi giorni Tunesi ha visto se stesso trasformarsi, da uomo rispettato e potente, in "pesce rosso": un paziente bisognoso di tutto, incapace di parlare, di dare sfogo a quel dolore che pure sente con una nitidezza abbacinante, con una misura resa atroce, implacabile, dall'impossibilità di esprimerlo. Mentre Gaboardi, con i suoi fallimenti simili a quelli di tanti suoi colleghi, è soltanto una delle "facce verdi" che, indistinte, inadeguate, indifferenti, si chinano sul dolore altrui. Eppure questi due uomini, questi due coetanei le cui vite hanno avuto percorsi tanto diversi, hanno ancora qualcosa da dire e da dare. A se stessi, alla vita, e l'uno all'altro.
 
Cosa sognano i pesci rossi - Marco Venturino
Fiction - Mondadori - 31 ottobre 2016
p.252 - €11,50- €7,99
  

Ho letto questo libro sapendo a tratti l’argomento. Pensavo fosse più sullo stile de Lo scafandro e la farfalla, una luce nel buio. Invece qui non c’è positività. C’è realismo. Un realismo duro. Raccontato con durezza. Persone in terapia intensiva, più o meno gravi, intubate, in balia degli eventi, ma con un solo triste epilogo.

SI alternano capitoli di un ricoverato in terapia intensiva e di un medico del reparto dell’ospedale in questione. Non solo si alternano i due punti vista ma ci sono parecchie riflessioni, pensieri e considerazioni. La parte del paziente è straziante, si sente tutta la disperazione e il terribile declino mentale. Il medico invece racconta tutta la frustrazione di dover non solo vedere crollare inesorabilmente i pazienti ma anche dover affrontare i colloqui con i vari parenti pur rimanendo cinico e distaccato.

Difficile per entrambe le parti. Difficile leggerlo. Probabilmente anche difficile scriverlo. Non ho particolarmente apprezzato lo stile così asciutto e duro. Ma forse se fosse stato raccontato diversamente non avrebbe avuto lo stesso impatto emotivo.

Consigliato a tutti per uscire, ogni tanto, dalla propria confort zone e scoprire differenti punti vista. Per riflettere e approfondire qualcosa che spesso diamo per scontato.

 
Buona lettura!

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