martedì 19 ottobre 2021

Recensione La canzone di Achille di Madeline Miller

La canzone di Achille è il secondo libro che leggo dell’autrice e mi è piaciuto di più rispetto a Circe. C'erano infatti, meno momenti ripetitivi e il romanzo è filato liscio fino alla fine.

Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d'armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride.
 
La canzone di Achille - Madeline Miller (Matteo Curtoni, Maura Parolini)
Mythology - Marsilio - 10 gennaio 2019 - p. 382 - € 11,00 - € 7,99
 
Come raccontavo nella recensione di Circe, io non sono né esperta né amante della storia. I miti greci mi affascinano tanto quanto la storia egizia ma non mi ritengo all’altezza di criticare questo aspetto in nessun libro. Il mio parere si basa esclusivamente sul gradimento che la storia della Miller mi ha dato. Su quanto o meno la vicenda di Achille e Patroclo si avvicini all’Iliade non mi esprimo perché semplicemente non lo so. Ma nemmeno mi importa particolarmente. A me interessa il coinvolgimento emotivo che mi ha dato e qui ce n’è parecchio.

Il concetto che ho capito stare alla base dei, due per ora, libri dell’autrice è il rendere i protagonisti umani agli occhi del lettore, con problemi reali e attuali, se vogliamo. Infatti, Patroclo è voce narrante che da ragazzino ci accompagna alla scoperta dell’amore. Vediamo Achille come lo vede lui, lo viviamo come lo vive lui. Un amore ricambiato ma tenuto nascosto per le ripercussioni possibili sul futuro del pavido Achille, figlio della dea Teti, la vera antagonista della coppia.

Il libro ci racconta la vita dei due giovani prima nel palazzo di Achille, poi con il centauro Chirone e infine dopo diverse peripezie alla guerra di Troia, dove si compirà il macabro destino. È stato interessante vedere tutti i personaggi comunemente conosciuti approcciarsi alla storia, scoprire qualche lato nascosto di Agamennone e ritrovare Odisseo.

Il ritmo del romanzo è un po’ più lento nella prima parte ma comunque meno ripetitivo che in Circe. Nonostante sapessi bene che epilogo mi attendesse ho sperato fino alla fine che invece il destino questa volta li salvasse. Non mi sono annoiata durante la lettura, anzi le vicende dei due ragazzi mi hanno coinvolto e incuriosito. Sono entrata in sintonia con loro.

Sicuramente leggerò altro della Miller perché nel complesso trovo che stilisticamente scriva bene e le storie che narra seppur di base ispirate a precedenti opere, riescono a interessarmi e incuriosirmi. Consigliato a chi vuole una storia d’amore pura, a chi non è studioso di miti greci e a chi cerca caratterizzazioni dei personaggi più vicine ai giorni nostri.
 
Buona lettura!

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