martedì 19 novembre 2019

Incipit: Shining

Buongiorno lettori! Questa settimana è tempo di parlare di Stephen King in particolare di Shining. Vista l'uscita del film Doctor Sleep, ho deciso di recuperare entrambi i romanzi con protagonista la famiglia Torrance e rivedere anche l'epico film con Jack Nicholson. Oggi vi lascio in compagnia dell'incipit, il colloquio di assunzione di Jack Torrance presso il famoso Overlook Hotel.

PRELIMINARI
1 COLLOQUIO DI ASSUNZIONE

Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante.

Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma non severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente. Al personale stipendiato parlava invece in modo più sbrigativo: sarà meglio che filiate diritto, voialtri. All'occhiello spiccava un garo-fano rosso, forse per evitare che per la strada qualcuno scambiasse Stuart Ullman per il titolare dell'impresa di pompe funebri.

Mentre ascoltava Ullman, Jack ammise tra sé che, date le circostanze, con tutta probabilità non gli sarebbe piaciuto proprio nessuno, da quella parte della scrivania.

Ullman gli aveva posto una domanda che Jack non aveva afferrato. Molto male: Ullman era il tipo capace di archiviare uno sbaglio del genere in un suo schedario mentale per tornarci sopra in un secondo momento.

"Scusi?"


"Le ho chiesto se sua moglie ha capito esattamente quali saranno le sue responsabilità, qui. £ poi c'è suo figlio, naturalmente." Chinò lo sguardo sulla domanda di assunzione che gli stava di fronte. "Daniel. Sua moglie non è un tantino spaventata all'idea?"

"Wendy è una donna straordinaria."

"E suo figlio? È straordinario anche lui?"


Jack sorrise di un largo sorriso da pubbliche relazioni. "Ci compiacciamo di crederlo, direi. È abbastanza indipendente, per essere un bambino di cinque anni."


Ullman non ricambiò il sorriso. Tornò a infilare in una cartellina la domanda di assunzione di Jack e la ripose in un cassetto. Ora il ripiano della scrivania era sgombro, fatta eccezione per un tampone, un telefono, una lampada orientabile e un cestello per la corrispondenza in arrivo e in partenza. Anche i due scomparti del cestello erano vuoti.


Ullman si alzò e si avvicinò allo schedario posto in un angolo della stanza. "Per favore, giri attorno alla scrivania, signor Torrance. Daremo un'occhiata alla planimetria dei vari piani dell'albergo."

Tornò allo schedario e ne tolse cinque grandi fogli che posò sul lucido ripiano di noce della scrivania. Jack gli si pose accanto e avvertì intensamente il profumo dell'acqua di colonia di Ullman. Tutti i miei uomini usano " Cuoio Inglese" oppure niente, gli venne fatto di pensare senza nessun motivo particolare, e dovette mordersi la lingua per non scoppiare in una sonora risata. Oltre la parete giungevano i rumori attutiti della cucina dell'Overlook Hotel che smobilitava dopo il pranzo.


"Ultimo piano," disse brusco Ullman. "È la soffitta. Non c'è assolutamente niente
lassù, a parte qualche cianfrusaglia. L'Overlook ha cambiato parecchie volte proprietario dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, e a quanto pare i vari direttori che si sono succeduti hanno sbattuto in soffitta tutto quello che non era di loro gusto. Voglio che vi siano piazzate trappole per topi ed esche avvelenate. Le cameriere del terzo piano so-stengono di aver udito dei fruscii, là
sopra. Io non ci credo affatto, ma non dev'esserci nemmeno una probabilità su cento che resti un solo topo, all'Overlook Hotel."


Jack, secondo il quale qualsiasi albergo ospitava almeno un paio di topi, si guardò bene dal ribattere.

"È appena il caso di dire che non permetterà a suo figlio di salire nella soffitta, per nessun motivo."

"No, no," disse Jack, e tornò ad abbozzare il suo largo sorriso da pubbliche relazioni. Che situazione umiliante! Quello stronzo intrigante credeva sul serio che avrebbe permesso a suo figlio di bighellonare in una soffitta abitata dai topi e zeppa di vecchie carabattole e Dio sa che altro?


Ullman scartò la planimetria della soffitta e la infilò sotto la pila degli altri fogli.


Buona lettura!

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