venerdì 28 luglio 2017

Recensione novelle: Furto di luna e Addio bocce di Andrea Vitali

Avevo lasciato indietro due novelle di Andrea Vitali, e dato che sto recuperando le varie recensioni ho pensato di condividere con voi in questo venerdì di fine luglio il mio parere su entrambe le brevi storie. Per me si riconferma un grande scrittore di genere. Le sue storie non sono comiche ma ironiche e descrivono perfettamente le realtà paesane del secondo dopoguerra.
Autore: Andrea Vitali

Titolo: Furto di luna
Casa Editrice: Garzanti
Pagine: 39
Ebook: 2,99
Pubblicazione: 6 dicembre 2011

Rubare la luna non è poi tanto difficile. Soprattutto per Beppe Manera, detto «Animalunga», alle spalle un'onorata carriera di ladruncolo di provincia, condita di furti in chiesa, risse, sbronze e periodiche villeggiature in galera.Oltre che facile, rubare la luna diventa quasi un dovere, il 21 luglio 1969. Perché in quella storica notte gli americani la luna se la stanno davvero prendendo, piantando la bandiera a stelle e strisce sulla superficie rugosa e argentea del nostro satellite. In Furto di luna, Andrea Vitali racconta la più memorabile avventura dell'Animalunga e dei suoi famigliari - la devota consorte Venera Sbiaditi e il figlioletto Manuele - con l'attenzione e lo sguardo che fanno uno dei grandi scrittori italiani di questi anni: la curiosità per le loro vicende, un distacco che nelle loro traversie sa cogliere gli aspetti buffi, e spesso comici. E insieme un'affettuosa partecipazione per le gioie e le vicissitudini di tutti gli esseri umani, anche nelle loro umanissime debolezze.

Titolo: Addio Bocce
Casa Editrice: Garzanti
Pagine: 37
Ebook: gratuito
Pubblicazione: 1 aprile 2014

Arabino Scisté ha un solo obiettivo nella vita: trovare il modo di farsi apprezzare. Ma il destino si è accanito su di lui in maniera quasi beffarda. Un fisico inadatto a tutto, un carattere schivo e mille sfortune lo hanno relegato in un angolo, e a Bellano fa lo scrivano aggiunto in municipio. Finché, per una serie di circostanze per una volta favorevoli, gli viene chiesto di assumere l’incarico di dirigere la Società Sportiva Bocciofila Bellanese. È l’occasione del suo riscatto. Arabino ci si dedica con tutto sé stesso, vive ormai solo per la Bocciofila. E ottiene anche risultati. Su tutti, la creazione, nel 1954, della sezione Agonisti separata da quella degli Amatori. La Bocciofila miete successi ovunque e non sembra avere rivali, tranne uno, inaspettato e imprevedibile, che prende le forme incredibili della senatrice Merlin, colei che con la legge del 1958 decretò la chiusura delle case di tolleranza. Ma che c’entrano le signorine del casino di Lecco con le bocce di Bellano?


RECENSIONE

Furto di luna è un racconto divertente e tenero in cui si intersecano le vicende di una classica famiglia dei romanzi di Vitali i Manera. Le vicende di padre e figlio si intersecano con l'allunaggio americano sfruttato dal padre per dimostrare al figlio che è in grado di rubare la luna. Si legge in poco tempo, fa sorridere e addolcisce gli animi.

Addio Bocce invece è una mini novella che ci introduce al romanzo Quattro sberle benedette. Si inizia a leggere di questo Scistè Arabino, sfortunato e anche un po' bruttino, tenuto in disparte dall'intero paese, relegato a scribano che inaspettatamente trova una vocazione quando gli viene proposto di diventare segretario della Bocciofila di Bellano. Dopo apparenti vittorie, tutti gli agonisti giocatori mollano. Per sapere il reale motivo bisogna però arrivare alla fine del racconto, insieme al povero Scistè che sconsolato saluta anche lui le amate bocce. Qui non avendo letto apposta la trama ci sono rimasta di stucco. E alla fine come sempre mi capita ho sorriso ironica al genio che è Andrea Vitali.

Addio bocce

Autore
Andrea Vitali è nato a Bellano, in provincia di Lecco, nel 1956. Medico di professione, ha coltivato da sempre la passione per la scrittura esordendo nel 1989 con il romanzo Il procuratore, che si è aggiudicato l’anno seguente il premio Montblanc per il romanzo giovane. Nel 1996 ha vinto il premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti. Approdato alla Garzanti nel 2003 con Una finestra vistalago (premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio Bruno Gioffrè 2004), ha continuato a riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica con i romanzi che si sono succeduti, costantemente presenti nelle classifiche dei libri più venduti, e ottenendo i maggiori premi letterari italiani, trai quali il premio Bancarella nel 2006 (La figlia del podestà), il premio Ernest Hemingway nel 2008 (La modista), il premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante, il premio Campiello sezione giuria dei letterati, finalista del premio Strega nel 2009 (Almeno il cappello), il premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio dei lettori, nel 2011 (Olive comprese). Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia.

Buona lettura!

Nessun commento:

Posta un commento