lunedì 25 luglio 2016

Jem vs Gek: Il ghigno di Arlecchino di Adriano Barone

Oggi vi lascio in compagnia di un libro che ha creato uno scontro tra i miei due amici Jem e Gek. Ho letto per diverso tempo nella nostra chat comune le loro elucubrazioni e i loro amorevoli insulti reciproci. Io mi sono rifiutata di leggere e di commentare quindi lascio a loro due lo scornamento su questo libro. Ovviamente siete invitati a partecipare alla diatriba!XD baci!

“non temete le mie parole non temete le parole che costruiscono mondi respiratele cantatele e tracciate nervose spezzate libere linee nell’aria immaginate realtà create ipotesi masticate il caos escreti i sogni rigurgitate le infinite possibilità postulate meravigliosi terribili incidenti dall’uno i molti solo quando è tutto finito realizzate felicità inventate l’ombra ha formulato lo spirito ha agito per essere causa se il tempo vi è ostacolo e nemico divoratelo voraci digrignate i denti sfregateli tra loro fino a farli stridere e poi sbatteteli con forza e aprendo e chiudendo la bocca tac tac tac tac tac...tac tac tac tac tac”

No cari follower della nostra Saya non vi state sbagliando… in tutta questa bella citazione non c’è neanche l’ombra della punteggiatura, ma partiamo con calma dall’inizio.
Capita anche a me, anche se con una frequenza decisamente inferiore rispetto a Saya di cybernavigare in cerca di qualche cosa di nuovo da leggere. Di solito ottengo tutte le informazioni che mi servono da questo blog o dalle chiacchierate letterarie con la nostra guru libraria, ma in questo caso ho esagerato e mi sono imbattuto in questo stranissimo libro “Il ghigno di Arlecchino”.
La copertina mi ha stregato: fumettosa, cupa, folle e davvero ben disegnata (nerd, grafico e dall’animo gotico…) così mi sono letto la sinossi e… SBAM! Colpito e affondato!

Ovviamente mi lancio entusiasta nella comunicazione alle mie compagne di lettura: “Ragazzeeeee guardate cosa ho trovatoooooooo!” e poi… niente… la voglia di leggerlo rimane li, in coda, perché sono arenato su un altro libro che non riesco a chiudere .


Jem si lascia abbindolare dal mio entusiasmo ed essendo molto più veloce di me a leggere mi batte sul tempo, lo prende, lo legge e lo commenta con noi. Ciò che ne esce potrebbe diventare il miglior Jem’s Corner di sempre ed io colpito “nell’orgoglio” ho reagito in maniera molto signorile:

Sfangato il libro che stavo finendo mi sono buttato su questa sfida e… l’ho finito in 3 giorni! Non è un libro per il grande pubblico, forse neanche per il piccolo pubblico… più probabilmente è per una piccolissima nicchia di cui facciamo parte io e Adriano Barone, ma tant’è.

Titolo: Il ghigno di Arlecchino
Autore: Adriano Barone
Casa Editrice: Asengard
Pagine: 176
Ebook: 4,49
Cartaceo: 9,90
Pubblicazione: 1 novembre 2010

Vittima di esperimenti che lo hanno portato ad avere poteri quasi divini, ma sui quali non ha il minimo controllo, il folle Arlecchino fugge dalla prigionia impostagli fin dalla nascita. Il giullare si ritrova in un mondo in apparenza perfetto, dove la morte non esiste: insofferente a ogni tipo di regola, vittima di un destino che lo vede sempre in balia di forze che vogliono imporre l’ordine nel Multiverso, Arlecchino porta il caos nel mondo in cui è prigioniero e, liberatosi, in tutte le altre realtà esistenti, provocando ciò che i misteriosi Tracciatori vogliono prevenire ad ogni costo. E quando si scatena la sua follia, in tutti i Tracciati dell’universo risuona il ghigno di Arlecchino.

 

Le recensioni contengono spoiler
Ok, stando alla scala 5 lune dovrebbe indicare “IMPERDIBILE”, ma devo assolutamente sottolineare che questo vale per me e per la mia mente malata (eheheheh).

Un Multiverso, una realtà dove coesistono infinite realtà, infinite storie con infinite versioni di sé in infiniti tempi. Vale per tutti, ma non per una creatura che ha/avrà il potere di creare/aver creato CAOS.
Ci si capisce poco vero? Effetti collaterali di una lettura in cui tempo e spazio non seguono la normale linearità.

Questa creatura sceglie per se stessa un nome ed un destino diverso da quello che il suo creatore aveva immaginato per lui. Un bambino creato solo per essere usato scoprirà di avere il potere di liberare se stesso da ogni giogo, ma lo scotto da pagare è la sua sanità mentale.
Arlecchino, il re degli inferi, il pazzo che lotta per la sua libertà e la cui follia si esprime in molteplici forme, in eccessi estremi, nella mancanza assoluta di limiti, nella più totale e completa ricerca dell’assenza di vincoli.
Così convinto della necessità dell’esistenza del CAOS, intesa come mancanza di regole e prigioni, da arrivare ad imporre il CAOS come regola universale ad imprigionare l’intero multiverso in una caotica e folle prigione: la sua mente.

Ritengo che non esistano vie di mezzo per questo libro, ECCESSIVO in ogni aspetto: dallo stile e alla scelta di un registro narrativo che può arrivare a disgustare. O lo ami o lo “schifi”.
Io non credo che Barone avrebbe potuto scriverlo diversamente e rendere altrettanto palpabile la follia di Arlecchino, donando a questo ridanciano giullare del caos uno spessore ed una profondità che mi hanno profondamente colpito.
  Se accetterete la sfida di questo libro preparatevi dunque ad essere catapultati in un luogo da cui non si può fare ritorno perché non si può fuggire da un “punto fisso”.

Ed ora torniamo allo nostra lineare realtà in attesa dei commenti pungenti della nostra Jem XD.


Ciao a tutti! Per questo post/risposta/minaccia quello che è sono partita in quarta con insulti a destra e a manca, frasi e frasi di "Aaaaa ma non è possibile! Ma come si fa a scrivere una cosa del genere?!"
Poi ho letto il post del Gek, che si legge " Postelgek " e mi ha fatto riflettere. Sul serio Gek per un attimo ho pure provato compassione per questo povero personaggio che sacrifica se stesso, anzi la sua sanità mentale, per liberare l'umanità. Wow che profondità che acume che fantastica allegoria dell'umanità.
Poi d'un tratto mi è tornata in mente una delirante conversazione tra me, Saya e forse una ventina di persone presenti sul tram anche se più che una conversazione è stato un monologo. E Gek ti dico NO, non mi è possibile valutarne la profondità e i significati intrinsechi mi spiace il mio cervello si limita a vedere la storia, il racconto ed è un delirio! Al di là della mancanza di punteggiatura che in realtà è quello che disturba meno anzi è utile a comprenderne la follia, il CAOS che ha il nostro Arlecchino nel cervello. Ma il contenuto è devastante! Io sono rimasta scioccata dalle schifezze descritte cioè, una volta inserite masturbazioni varie (anche improvvise) che bisogno c'era di andare avanti e infilare il dito nella piaga o meglio poggiare la bocca su qualsiasi sporgenza, piuttosto che raccontare dei vermetti che si attaccano al sistema nervoso e danno piacere fino allo stremo delle forze e la sua tuta fighissima che ne assorbe il liquido e lo trasforma in chissà cosa e schifo! E il "mini-me" che lui vomita ad un certo punto? Lo guarda gli parla gli sorride e poi zac! Stacchiamogli la testa a morsi! E poi finalmente si libera, ammazza il suo creatore (insensibile e grandissimo bastardo), scappa in una delle mille mila dimensioni parallele e becca l'altro suo "padre" (il grigio) che ha creato un suo "figlio" che chiama Sbiadito ma che, poverino, non è altro che un sottomesso usato per scopi personali (non indaghiamo) e Arlecchino, mosso da un sentimento profondo e dalla compassione per questo suo "fratello" lo bacia e amoreggia con lui finché il frutto della loro unione crea una nuova vita che Arlecchino si prepara a crescere come sua figlia: la morte. Arlecchino non è madre non è padre è padre-madre. Poiché durante l'incubazione lo Sbiadito ha donato la sua vita alla piccola cosuccia che cresceva in quel guscio che altri non era che Arlecchino stesso...cioè......gente...so che sembra senza senso ma in realtà...non SEMBRA......lo È!!!

Perché raccontare per vie traverse e con una storia assurda tutto questo, quando bastava scrivere un saggio? Un qualcosa di filosofico in puro stile " l'uomo è una canna...ma una canna che pensa" (la mia prof di filosofia ride ancora dei miei commenti in proposito ne sono sicura sul mio libro dei "pensieri" di Pascal spicca, scritto con stabilo pen a punta sottile color arancio "Ma tu sei fumato!"  Beh...lo è anche questo!)

E voi direte "eh ma non capisci un cavolo..." Ebbene sì mea culpa non capisco un cavolo però ammettiamolo è un libro da malati di mente.
Per leggere un libro del genere, bisogna essere un pò fuori dagli schemi? Si beh io solitamente lo sono ma forse Gek lo sei di più.. ahahah..

Con il suo solito ghigno si era fatto attraversare gli orifizi dagli Spruzzavermi, che si adattavano ad ogni tracciato biologico, si collegavano a ogni centro del piacere che esistesse in quella anatomia e lo stimolavano fisicamente o ne stimolavano le secrezioni, ricevendo un piacere pari a quello dell'ospite. Se rimanevano troppo a lungo nel l'ospite ne provocavano la morte.... Non era il caso di Arlecchino però che sporcava di continuo i suoi clienti
sì certo, ha aperto un "localino" in una dimensione a caso con gente a caso ...ma...pronto???  ..ce la facciamo?? Evidentemente NO..

Caro Gek devo andare avanti? Non so dimmi tu...
In sostanza se non si è capito questo libro non mi è piaciuto punto.

Fateci sapere se l'avete letto e cosa ne pensate!!!

Buona lettura!

3 commenti :

  1. ok... sono un po' confuso! XD
    Saya ma quanto è delirante seguire questi due AHAHAHAH
    Non so se essere incuriosito o spaventato O.O

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  2. Wolfy concordo ...questi due sono matti! ... Ahah ...io non credo che lo leggerò comunque...ahahah

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