venerdì 11 maggio 2018

Recensione: Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson

Buon venerdì lettori! Niente mi rende più felice di questo giorno che apre il weekend. Oggi voglio parlarvi di Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson. Non conoscevo l'autrice ma avevo sentito parlare di questo romanzo che era entrato nella mia lista del prima o poi. Complice la reading challenge Ipse Dixit, che mi sta facendo conoscere romanzi stupendi, ho deciso di avvicinarmi a colei che è stata l'ispirazione di Stephen King.

Titolo: Abbiamo sempre vissuto nel castello
Autrice: Shirley Jackson
Traduzione: Monica Pareschi
Casa Editrice: Adelphi
Pagine: 182
Ebook: 8,99
Cartaceo: 18,00
Pubblicazione: 1 aprile 2009

«A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce»: con questa dedica si apre L’incendiaria di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i «brividi silenziosi e cumulativi» che – per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker – abbiamo provato leggendo La lotteria. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male – un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai ‘cattivi’, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

RECENSIONE
"Merricat, disse Connie, tè e biscotti: presto, vieni.
Fossi matta, sorellina, se ci vengo m'avveleni.
Merricat, disse Connie, non è ora di dormire?
In eterno, al cimitero, sottoterra giù a marcire!"

Come si evince dalla trama ci troviamo di fronte a una storia macabra e contemporaneamente. Due sorelle e uno zio in sedia a rotelle vivono in una maestosa casa. Reclusi. Solo la sorella più piccola Mary Katherine (Merricat) si reca al villaggio vicino due volte a settimana per fare scorte di cibo. La maggiore, Costance vive per la cucina. Crea ogni volta pranzetti ricchi di leccornie e si prende cura dello zio malato. Quello che però è chiaro fin da subito è che la famiglia Blackwood, prima composta anche da madre, padre, un fratello e la moglie dello zio, è deceduta durante una cena sei anni prima. Avvelenamento. Il colpevole viene identificato nella persona di Costance poi però scagionata per mancanza effettiva di prove. Ed è così che le sorelle Blackwood considerate da tutto il paese assassine si ritrovano a vivere in una bolla di quotidianità fatta di piccoli rituali e momenti felici finché il cugino Charles un giorno viene a bussare alla loro porta e si insinua all'interno della loro casa. Ho divorato ogni capitolo di questa storia stupenda, macabra e curiosa. Ero in ansia per le sorelle Blackwood, ho patteggiato per loro anche se il sospetto sull'avvenelamento aleggiava durante le pagine. Mi sono lasciata distrarre dalla penna dell'autrice e mi sono dimenticata le effettive età delle protagoniste che invece di essere ragazze grandi mi parevano bambine che giocano alla famiglia. Ho letto delle loro piccole azioni e dei loro rituali, con interesse e curiosità, volevo sapere cosa passasse loro per la testa, mi sono chiesta più volte come si potesse vivere in questo modo e a come fosse tutto così inquietante. Al termine del romanzo sono rimasta senza parole, frastornata e ho dovuto ripensare molto a ciò di cui ero stata testimone. Credo che l'autrice meriti di essere letta in tutte le sue pubblicazioni perché riesce a entrarti in testa, ti manipola e crea delle situazioni al limite dell'inquietante. Un romanzo degno di Lizzie Borden. XD

Abbiamo sempre vissuto nel castello
L'incubo di Hill House

Buona lettura!

7 commenti :

  1. Ho letto tutti i libri di Shirley Jackson, e li ho amato senza eccezione, ma questo rimarrà forse sempre il mio preferito! Magnifico!! *____*

    RispondiElimina
  2. Dell'autrice ho letto giusto i racconti della Lotteria e, nonostante la qualità della scrittura, non mi erano piaciuti granché. Riproverò: a casa, però, ho prima Lizzie!

    RispondiElimina
  3. Anche io proverò a leggere questo libro per la challenge, mi incuriosisce moltissimo *__*

    RispondiElimina
  4. @ciao Sophie devo dire che ho apprezzato molto sia la storia che l'autrice! leggerò sicuramente gli altri suoi scritti!

    @Mik non so come siano i racconti ma questo lascia a bocca aperta. Anche io voglio Lizzie!!

    @Juliette merita, è un romanzo diverso dal solito!

    RispondiElimina
  5. Sembra una storia molto nelle mie corde! ;)

    RispondiElimina
  6. Contenta che ti sia piaciuto! Anche io l'ho adorato :D

    RispondiElimina
  7. @Sara sicuro che ti piace!

    @Denise mi avete fatto scoprire un'autrice imperdibile!♥

    RispondiElimina