lunedì 17 giugno 2019

Recensione: Ossessione di Stephen King

Ben ritrovati lettori!Per esorcizzare i lunedì che detesto vi voglio parlare di Ossessione di Stephen King pubblicato con lo pseudonimo di Richard Bachman, un libro controverso, che in patria ha creato molti problemi allo scrittore tanto da decidere di sospenderne la pubblicazione e farlo quindi rientrare nelle copie oramai fuori catalogo. Perché vi chiederete? Purtroppo dato il suo contenuto, è stato associato a diversi massacri avvenuti in almento tre scuole americane e questo ha fatto propendere King per l'eliminazione. Ma veniamo ora al mio personale parere.

Ossessione
Stephen King
Tullio Dobner
Bompiani

233
introvabile
1993
#incipit

Charlie è un ragazzo come tanti ma nella sua mente qualcosa reagisce in maniera abnorme alle sfide e alle ingiustizie della quotidianità di provincia fatta di bravate tra ragazzi e vagheggiate avventure con adolescenti civette. La sua rabbia esplode improvvisa una mattina durante una lezione a scuola: pistola in pugno, Charlie comincia una disperata avventura coinvolgendo nella sua ossessione privata la vita e il destino di una classe intera. Segreti di sesso, di sangue, di odio vengono alla luce, tutti tolgono la maschera dell'ipocrisia in una confessione tragica e liberatoria. Qualcuno ci rimetterà la vita, qualcun altro la reputazione, qualcun altro ancora la sanità mentale. Ma l'avventura vissuta da Charlie agirà su ciascuno come potente catalizzatore per scatenare la follia nascosta nel proprio profondo e finalmente guardare in faccia le radici del Male.

King ha scritto un milione di libri conosciuti e non, vi invito a visitare la pagina di goodreads per poter accedere all'intera collezione. Per quanto mi riguarda ho letto: Colorado Kid (da cui è stata ispirata la serie tv Haven), Mucchio d'ossa, Il gioco di Gerald (film 2018), Misery (film 1990), Tutto è fatidico: 14 storie nere (contiene il racconto 1408 film 2007), IT (film 1990 e 2017), e Ossessione. Mi piacerebbe leggere in tempi brevi Shining (film 1980) e Doctor Sleep, Carrie (1947 e 2013), Il miglio verde (film 1999), Cell (film 2016) e tutte le raccolte di racconti. Poi vedremo... ;)

Charlie Decker è sicuramente un ragazzo disturbato che ha trovato il coraggio di rifiutarsi all'autorità purtroppo nel modo peggiore in cui poteva farlo. I segnali c'erano tutti, la madre sempre sbronza e il padre violento. Dopo un incidente con un insegnante gli viene comunicata l'espulsione e la ricollocazione in una scuola correttiva. Ma lui oramai è ben oltre. Porta la pistola del padre a scuola ammazza un paio di insegnanti e si barrica in classe con i suoi compagni. Sta li per il tempo delle lezioni e in questo tempo scopre o meglio cerca di far emergere dai suoi compagni le ingiustizie e i maltrattamenti subiti dagli adulti. Viene fuori quindi un problema sociale grave, in cui questi ragazzi si trovano spesso buttati nel mondo senza guida, con genitori incapaci di prendersene cura o di insegnare minimamente qualcosa. Charlie prova a spronarli a ribellarsi, a non farsi scivolare tutto addosso ma ad aiutarsi da soli. Penso che Charlie nel suo delirio di pazzia esprima quanto i ragazzi siano fragili e al tempo stesso arrabbiati per il modo in cui sono stati buttati senza rete nel mondo. Il mio parere è che tutt'ora si facciano figli senza pensare minimamente alle conseguenze che portano, o al seppur straordinario stravolgimento della propria esistenza. Troppo spesso sento la frase "in qualche modo si farà". Mi sento molto contraria. Probabilmente sarò una persona troppo pianificatrice, ma un figlio, è un dono immenso. Non tutti ne possono beneficiare. Quindi proprio per questo va cresciuto sapientemente, bisogna istruirlo sulla vita, sul bene e il male, su tutto quello che potrebbe formarlo come persona perché il bimbo di oggi è l'uomo del domani e se non ci si "spreca" tempo dietro, non si insegna quello che noi stessi abbiamo imparato dalla vita allora fare un figlio diventa una cosa meccanica e priva di significato. Intendiamoci non sto idolatrando Charlie e il suo comportamento. Trovo solo che King abbia saputo ancora una volta parlare di un problema sociale in maniera molto forte e d'impatto. Mi ha lasciato un segno indelebile. Con le sue parole ha dato uno scossone. Per quanto mi riguarda è riuscito perfettamente nell'intento di sollevare dubbi e perplessità. Non è un inno all'omicidio ma una richiesta d'aiuto quando oramai sembra troppo tardi.

Buona lettura!

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